Stamattina un flash mob per reclamare il nuovo vescovo

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A volte avvengono fatti rapidi e in apparenza marginali. Con il senno di poi si scopre che sono momenti unici della storia. A memoria di chi legge, interrogando anche gli anziani, quando mai si è fatta una pubblica protesta di fronte alla cattedrale, per chiedere al pontefice di nominare un nuovo vescovo? In epoca risorgimentale ci sono stati momenti di protesta, ma contro il governo pontificio, mai per chiedere di nominare un vescovo di una diocesi che non è come le altre (discorso che alle orecchie romane non funziona, perché a Roma si ritiene che solo Roma sia diversa da ogni altro luogo).

Ebbene, le persone che oggi alle ore 10,15 faranno un flash mob di fronte al Duomo, non tanto con la loro azione, quanto con la singolarità della loro richiesta compiono un fatto che non ha precedenti nella storia di Urbino e chissà, forse anche di altre diocesi. Perché Urbino debba mantenere l’autonomia dalla costa è stato ribadito con convincente ed uguale forza dai fedeli e (la cosa faccia riflettere) dal mondo laico.

Quando mai i laici si preoccupano che si nomini un vescovo, quando poi non lo riconoscono come guida spirituale, avendone altre o nessuna in sostituzione? Qualcosa di veramente insolito sta accadendo di fronte ai nostri occhi. Il punto è questo: il cardinal Emil Paul Tscherrig, decano del corpo diplomatico-nunzio apostolico per l’Italia, pur leggendo l’unicità e la straordinarietà della campagna di sollecito al pontefice a nominare un nuovo vescovo, riuscirà a fare propria la causa dell’entroterra? In un mondo che assiste alla decadenza dell’occidente con desolazione, un segnale in controtendenza non farebbe del tutto male, assecondando le richieste di chi vive e lavora qui. Se fosse vivo don Elia Bellebono, che dal nulla ha fatto il santuario di Ca’ Staccolo, avrebbe chiuso per un attimo gli occhi e detto a tutti: "Abbiate fede".