"Stare con Putin e Orban o scegliere i diritti civili"

Emma Bonino in collegamento virtuale ha presentato nei giorni scorsi Masini. Il candidato dell’uninominale: "Pensare alle prossime generazioni, non alle elezioni"

"Ho un unico messaggio da dirvi: che queste elezioni saranno fondamentali per decidere il posizionamento del nostro paese. Decideranno se staremo dalla parte di Putin ed Orban o da quella dei diritti sociali e civili" - Così Emma Bonino a Pesaro, in collegamento virtuale, in Piazza Mosca, ha introdotto nei giorni scorsi il discorso che presenta Giordani Masini (foto) di +Europa, ovvero il candidato all’uninominale della Camera per la provincia di Pesaro-Urbino. "Dove andremo e chi saremo sarà determinato dal 40% di italiani che non voteranno o che non sanno cosa votare ed è drammatico che il futuro dei nostri figli sarà deciso da chi non ha il coraggio o la dignità di andare a votare".

Poi, la leader di +Europa attacca la Meloni: "Dice che la pacchia è finita… ma per noi o per l’Europa? Non è questo che io intendo come democrazia per un paese" - una stocca anche per il Movimento 5 stelle: "Parlano del problema del gas quando il decreto aiuti del 10 agosto è fermo al senato per una barriera eretta dai grillini fatta da centinaia di emendamenti".

Emma Bonino non risparmia nemmeno i media: "Chiedo scusa al Presidente Mattarella ma ho proposto un ricorso al Tar per i dati televisivi che sono impressionanti. Solo su La7 ad Azione (e Italia Viva) sono stati concessi 80 minuti, ad Italexit 6 minuti e a noi 0. Evito di commentare Mediaset e Rai". La parola poi passa al candidato Giordano Masini che parte con un elogio a Ricci: "Ringrazio il sindaco di Pesaro per questo spazio e per essere un pezzo di questa battaglia. Incarna la consapevolezza che i risultati non sono scontati e averlo al nostro fianco rappresenta un bel pezzo di strada fatta".

Poi passa agli obbiettivi politici: "La nostra battaglia è riportare al governo donne e uomini più attenti ai diritti sociali e civili" - infine apre una parentesi sulla questione Ucraina: "Si stanno riprendendo pezzo a pezzo la loro terra e la loro libertà e Conte continua a dire che non dobbiamo armarli. Sostenere l’Ucraina non vuol dire essere da una parte politica o dall’altra ma decidere da che parte stare della Storia. Una disgregazione tra di noi e in Europa è soltanto un regalo per Putin". "Dobbiamo pensare alle prossime generazioni non alle prossime elezioni" - sostiene il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova che conclude con una breve parentesi sui loro ex alleati di Azione - "Abbiamo deciso di stare in questa coalizione perché stare con il PD e i social-democratici vuol dire stare con Draghi. Era una decisione che avevamo preso con Calenda per dare forza a questa volontà di europeismo e riformismo che il premier rappresentava. Carlo era il primo a sostenere questa decisione, diceva che il terzismo non aveva senso, per questo ancora oggi non capisco cosa gli abbia fatto cambiare idea".

Teobaldo Bianchini