Stefano Albanesi, da calciatore della Vis Pesaro a prete. "Il derby? Una festa di pace"

L’appello di Fra' Stefano, ex giocatore biancorosso, ai sostenitori di Vis e Fano: "Lo sport è gioia e correttezza"

Padre Stefano Albanesi in redazione, a destra ai tempi della Vis

Padre Stefano Albanesi in redazione, a destra ai tempi della Vis

Pesaro, 23 ottobre 2019 - Tanta gente ieri sera in piazzale padre Giuseppe Bocci, a Pantano, dove una volta sorgeva il campo di basket della Lupo, per ascoltare il frate minore Stefano Albanesi, attualmente parroco di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Presentato dal nuovo parroco dei Cappuccini, il pantanese doc Marzio Calletti, padre Stefano ha incantato i presenti che lo conoscevano fin dai tempi in cui giocava nella Vis Pesaro fino al 1999 ricoprendo, con ottimo profitto, il ruolo di ala destra.

«Sono stato molto bene a Pesaro, – attacca padre Stefano Albanesi –, abitavo vicino alla Palla di Pomodoro. Nell’allora Vis Pesaro avevo dei compagni molto bravi. A 24 anni mi acquistò il Pescara che militava in serie B e l’allenatore era Galeone. La vocazione e il pensiero di abbandonare il calcio maturarono quando ero ancora a Pesaro. Infatti nel giorno libero, il lunedì, frequentavo la chiesa della Madonna delle Grazie e padre Aurelio, che era il mio confessore, capì subito le mie intenzioni. E quindi il lunedì andavamo a visitare le chiese e i conventi del circondario ed avevo una gran voglia di pregare. Quindi piano piano ho rinunciato ai gol ed alla carriera calcistica. A Pescara, dove mi avevano fatto un buon contratto triennale, ho deciso per la rescissione e il desiderio di entrare in convento. Ma non fu così semplice perché ad Assisi i frati prima di accettarmi passarono diciassette mesi. Nel frattempo ho lavorato in una comunità ed ho fatto diversi viaggio, in Terra Santa, a Medjugorje ed in altri santuari. Finalmente a 25 anni entrai in convento».  

Poi padre Stefano racconta: «Non ho nulla contro il calcio, però ho scelto un’altra strada. Mi piace anche adesso, seguo una squadra di ragazzini nell’oratorio di Santa Maria degli Angeli». Quando lo prelevò il Pescara e padre Stefano decise di farsi frate, il general manager pescarese, Claudio Garzelli disse: «Si vede che abbiamo fiuto nell’individuare calciatori seri. Avevamo preso un bravo ragazzo. La sua scelta dimostra spessore umano. Anche se non lo conosciamo, siamo felici per lui».  

Residente a Foligno, Albanesi aveva fatto la trafila nelle giovanili dell’Ancona ed è stato nazionale Under 15. Sempre con la maglia dell’Ancona ha subito un grave incidente alla gamba sinistra, rompendosi perone e malleolo in uno scontro di gioco. Poi si fermò per alcuni mesi, tornò in campo per due stagioni in C2 alla Vis Pesaro. Poi raggiunse la serie B a Pescara dove però non ha mai giocato. «Ormai sono quasi 20 anni che sono consacrato, in questo periodo tante sono state le esperienze e non ho mai avuto un ripensamento. Sono sempre in pace con me stesso e ho tanta serenità. Prima di diventare parroco di Santa Maria degli Angeli, sono stato vice ed in precedenza missionario in Africa e poi cappellano per cinque anni, all’ospedale di Perugia». E sulla sua famiglia dice: «Quando abbandonai il calcio mio padre e mio fratello rimasero delusi, ora sono felicissimi della mia scelta». Poi conclude: «Invito le tifoserie di Fano e Pesaro, alla vigilia del derby di domani sera, alla pace ed amicizia nel ricordo di Christian Zanvettor, che ha giocato in entrambe le formazioni ed è stato anche mio compagno di squadra».