Strade a senso unico per i pedoni a Pesaro, ma lo struscio 'pilotato' non piace

Esordio con proteste e smarrimenti

La polizia locale dà indicazioni

La polizia locale dà indicazioni

Pesaro Urbino, 15 novembre - Il giro dell’oca. Gente che esce di casa per andare in un negozio a 30 metri ma ne deve fare il quadruplo di strada per arrivarci rispettando i nuovi sensi unici anti-covid. Poi ci sono quelli che hanno fretta e che mandano a quel paese il volontario della Protezione civile piazzato all’incrocio che gentilmente dice al pedone ribelle, "scusi, da qui non può passare neanche a piedi, faccia il giro". Mamme che vanno in giro con le figliolette, tranquille senza mascherina, le mamme, non le bambine. Alcune badanti che si arrabbiano con la polizia locale perchè dei divieti non sanno nulla, e non capiscono quelle frecce rosse disegnate per terra.

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E’ tutto questo il primo "struscio pilotato" della storia cittadina, sabato 14 novembre. Comincia alle 15, ma il clou è intorno alle 17, con tanti bar del centro affollati di ragazzini che si fanno l’ultimo spritz, a frotte di venti per volta, una specie di massaggio cardiaco alle casse in agonia di locali che tra un’ora chiudono e riapriranno, forse, tra 15 giorni. E la distanza boccale, tra i ragazzini, spesso è da paura.

Le frecce funzionano? Diciamo che le fanno funzionare gli agenti della polizia locale e i volontari della Protezione civile. Sono loro che dirottano chi ancora non ha in mente bene il giro. E qui scattano le lamentele. Ad esempio, Valentina, una badante, ucraina, che lavora in Italia da 20 anni, gira con una Ffp3 calcata belle sulla faccia, e all’agente che la dirotta lungo il Corso dice: "Ma andate in via Cavour, guardate che assembramenti ci sono lì...". E in via Cavour ci sono tutti quelli che si fanno l’ultimo spritz o l’ultima birra. Nel pomeriggio la Questura ha fatto un sopralluogo in uno dei locali, ma niente verbali. Altre lamentele: Sara, pesarese, 44 anni: "Io vivo dietro il teatro, per andare in certi posti devo fare il giro più volte, in effetti se proprio mi volete fare camminare vado al mare in viale, non in centro. E poi scusate, l’affollamento mi pare ci sia lo stesso, anche se in certe strade c’è il senso unico. Magari è funzionale, ma per chi abita in centro come me è scomodo molto".

Ma le lamentele più forti se le pigliano i volontari della Protezione civile. "Qualcuno ha alzato la voce – dice il volontario che presidia l’incrocio di via Rossini con via Mazzolari – perchè me li vedo spuntare da via Gavardini, la collega ha chiesto loro di fare il giro, e per dieci metri di divieto, se sono diretti verso il mare, mi urlano se gli dico di tornare indietro". "Poi in realtà – gli fa eco la collega, Rosanna, che presidia l’incrocio del teatro Sperimentale – noi possiamo dare consigli, non imporre le cose alla gente, al limite chiamiamo i vigili. Ma se qualcuno da qui mi dice che deve andare in libreria, è a due passi, che gli dico, di fare il giro?".

Bruno Fachechi, un altro volontario della Protezione civile, che come gli altri due fa il suo dovere, deve arginare i tanti che da via Pedrotti gli sbucano a raffica, tutti diretti verso piazza Lazzarini: "La gente non capisce bene il significato di queste frecce – dice Fachechi – alcuni sono stranieri, e devi spiegargli tutto". Ma in quel momento, anche tre ragazzini pesaresi fanno la stessa cosa.

La comandante della polizia locale, Francesca Muzzini, è all’incrocio di Piazza del popolo con il Corso: "Il meteo ci ha aiutato, siamo riusciti, senza la grossa pressione che avremmo avuto con una giornata più bella, a diluire i flussi sulle strade laterali. E in generale la gente ha rispettato le indicazioni, a parte qualche lamentela". Oggi il bis, con una sorpresa: Umberto Carriera, il ristoratore ribelle che ha tenuto aperto "La Macelleria" ("ma nessuno si è contagiato", scrive) annuncia che "dalle 16, sarò alla testa di una passeggiata contromano nel centro storico di Pesaro, per ribadire il mio, il nostro, disappunto rispetto a normative inutili e liberticide".