Stupro di Rimini, nessuno ha aiutato Guerlin Butungu. Così è stato preso

Status di rifugiato, non lavorava ma vestiva bene, aveva dei soldi e telefonini ultimo modello

Guerlin Butungu

Guerlin Butungu

Pesaro, 3 settembre 2017 - Terra bruciata intorno a Guerlin Butungu, il 20enne congolese, catturato all'alba alla stazione di Rimini dopo esser salito in treno a Pesaro. Nessun suo connazionale lo ha aiutato. Eppure lui li ha chiamati, ne ha cercati tanti, ma c'è stato il no totale. Ed è rimasto solo. Guerlin Butungu, che abitava a Pesaro alloggiato da amici dopo esser uscito dal programma di Casa freedom che gli ha permesso di avere lo status di rifugiato, non lavorava, non aveva auto ma vestiva bene, aveva dei soldi, telefonini ultimo modello.

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Per gli inquirenti riminesi, è lui il capo del branco che ha violentato a Rimini prima la turista polacca e poi il trans peruviano. Il 20enne era stato "agganciato" dalle forze dell'ordine intorno alle 2 della notte scorsa, in bicicletta, all'altezza del Parco Miralfiore ma sapevano che era armato, aveva un coltello, e per questo non volevano che sentisse la pressione degli inquirenti. Si temeva che potesse usare violenza per aprirsi un varco.

Così è stato 'spinto' verso la stazione di Pesaro affinché salisse in treno, per consentire una cattura più sicura. E così è stato. All'operazione hanno partecipato anche i carabinieri di Pesaro ai quali i due fratelli marocchini minorenni di Vallefoglia si sono costituiti nel pomeriggio di ieri, spinti dal padre che aveva visto il frame delle immagini del dopo stupro pubblicato dal Carlino.

Non a caso,  i due fratelli dopo essersi presentati alla caserma di Vallefoglia sono stati portati in caserma a Rimini e qui dichiarati in stato di fermo. Ma grazie alle loro parole e al giro di amicizie che avevano, oltre alle denunce collezionate, gli inquirenti sono risaliti subito al nigeriano quindicenne, già compagno dei fratelli marocchini in scorribande e piccoli soprusi denunciati ai carabinieri, elementi risultati utilissimi per poter rintracciare e fermare il minorenne nigeriano. Dal lavoro di accerchiamento intorno al congolese, gli inquirenti hanno scoperto che l'avevano tutti abbandonato. Nessuno gli ha dato protezione. Era solo. Il 'pedinamento' della notte da parte della polizia (Sco, mobile di Rimini e Pesaro) fino a farlo salire in treno  si è rivelata la mossa vincente. E sicura. 

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