Stupro Pesaro, spuntano testimoni in via Rossi: "L'abbiamo sentita urlare"

Presunta violenza: la ragazza è andata all’ospedale, ma ha rifiutato la visita medica

Una residente dei palazzi vicini sulle scale in cui è avvenuto l'episodio

Una residente dei palazzi vicini sulle scale in cui è avvenuto l'episodio

Pesaro, 19 settembre 2021 - Le urla, così forti che le sentono dai piani alti dei palazzi intorno, poi due uomini che fuggivano, e lei, la 22enne, che risale in stato di choc la scala buia di quel garage all’inizio della strada, al civico 4, e sbuca in via Rossi seminuda, con addosso solo il reggiseno, e corre, gridando: "Mi hanno violentata".

Questa la scena che poco dopo le 19 e 30 hanno visto tutti coloro che in quel momento erano in via Rossi e anche i residenti nei palazzi che si affacciano su quel punto. La scala conduce a un bugigattolo di poco più di un metro quadro, a terra ieri mattina c’era ancora una boccetta di smalto rosso per unghie e dei pezzi di cartone, come se qualcuno li usasse a mo’ di giaciglio per evitare il contatto ruvido col cemento: è un luogo squallido, ma può essere adatto a consumare droga o prestazioni sessuali in mezzo alla città, senza che nessuno veda.

Daniela Ruffo è una residente dei palazzo che ha sentito le grida: "Sentivamo urlare – dice la donna – era una voce femminile, diceva frasi incomprensibili, all’inizio pensavamo a un litigio, poi sono scesa, ho sentito dei testimoni che riferivano di aver visto due persone fuggire, uno molto alto e grosso, l’altro di corporatura normale. La ragazza seminuda poi si lamentava, era sconvolta e a un certo punto diceva che non avrebbe potuto prendere il bus per tornare a casa".

"C’era una ragazza – aggiunge Katja Sticca, la parrucchiera che ha il negozio a pochi metri da quel sottoscala – che cercava di prendersi cura di lei, ma contemporaneamente stava trattenendo una delle persone che parevano essere coinvolte in questo fatto e insieme cercava di parlare a telefono coi carabinieri. E’ passato qualche minuto così, poi il tipo che il ragazzo stava trattenendo se n’è andato".

Sul posto arrivano i carabinieri e l’ambulanza. La ragazza alla fine si convince, col fidanzato, di 31 anni, ad andare al pronto soccorso: qui fa il triage e i sanitari la mettono in attesa, per la visita medica. Ma a un certo punto lei firma e va via con lui, rifiutando quindi di essere visitata dai medici. Non presenta denuncia per quello che è accaduto. Ai carabinieri riferisce di aver trascorso i momenti prima dell’episodio di via Rossi su una panchina davanti all’IperConad di via Canale. Un posto in cui verranno trovate dai carabinieri delle siringhe, che potrebbe aver usato lei.

La 22enne è conosciuta dalle forze dell’ordine come tossicodipendente. Forse anche l’altra sera ha fatto uso di sostanze stupefacenti. E’ che la sua deposizione, al momento, presenta un buco: sulla parte più importante, cioè su cosa sia esattamente avvenuto all’interno di quel vano scala. Non si sa in quanti erano, nel sottoscala. Né perchè lei si trovasse lì. Sul corpo, non risultano segni di percosse o ferite tipiche di qualcuno che ha tentato di difendersi da una violenza. Restano però quelle urla, che evidentemente sono state causate da qualcosa che è stato fatto contro la volontà della 22enne.

Le indagini dei carabinieri, coordinati dal pm Giovanni Narbone, stanno cercare di chiarire proprio questo aspetto. Il che vuol dire sentire ancora i testimoni che c’erano lì, visionare se per caso le telecamere hanno ripreso qualche movimento che possa spiegare meglio la dinamica dell’episodio. In ogni caso raccogliere tutti gli elementi possibili al momento, nel caso che in futuro la ragazza possa decidere invece di presentare denuncia per violenza.

"Ma quello – fa giustamente notare sempre una delle residenti, Daniela Ruffo – è un punto molto coperto, la scala scende giù, e a livello della strada ci sono i bidoni dell’immondizia che coprono completamente la visuale". Per questo è difficile capire cosa sia successo l'altra sera ai piedi di quella scala buia di via Rossi. A meno che la ragazza non riesca a colmare quel buco di memoria e vada a parlare coi carabinieri.