Sui Templari tante suggestioni e fantasie

La loro presenza sulle Marche è stata ben studiata da Carlo Castignani. Il loro segno importante a Fano, Fermo e Arcevia

Migration

di Riccardo Paolo

Uguccioni

Studi approfonditi sugli insediamenti dei Templari nelle Marche si devono a Carlo Castignani. Nella nostra regione si ebbero infatti numerose case della “Militia templi“, da San Marco di Fano a San Giacomo di Fermo e al suggestivo e ormai diruto Sant’Ansovino di Avacelli, nei pressi di Arcevia, di cui resta a testimoniare quella antica presenza, forse, solo la croce astile della facciata.

Ma è sempre difficile parlare dei Templari, proprio per una suggestione legata alla loro fine tragica, che ne ha assicurato la risonanza più che la conoscenza. Il fatto è che la storia della Chiesa elenca diversi ordini soppressi, ma in questo caso agli inizi del Trecento i Templari – un ordine religioso-militare, nato all’ombra del Santo Sepolcro – vennero non solo soppressi ma sterminati per caparbia volontà di Filippo IV detto il Bello, re di Francia, e molte decine di cavalieri furono uccisi sul rogo, per ultimo il gran maestro Jacques de Molay.

Attorno a quest’ordine dunque (e non ad altri) si è costruita una leggenda a volte infarcita di esoterismi presunti e di valutazioni spesso anacronistiche. Ciò può essere suggestivo, insomma, ma si è finito per coltivare un clima da "Indiana Jones e i Templari" (al cinema sarebbe un successo), che rischia di non far comprendere l’esatta vicenda storica e il suo tragico finale.

Dell’Ordine dei Templari si è invece attentamente occupato Carlo Castignani, un ingegnere laureatosi al Politecnico di Milano, il quale per anni ha affiancato alla professione una solida attenzione per la Storia medievale, cosa che lo ha meritatamente fatto eleggere eletto deputato della Deputazione di storia patria per le Marche.

Nel libro “Persecuzione e martirio dei Templari (1307-1314)! recentemente presentato online dalla Società pesarese di studi storici, con nuovi documenti e rileggendone criticamente altri già analizzati Carlo Castignani racconta su base rigorosamente documentaria la persecuzione e la sua soppressione dell’ordine sulla base di un processo infamante, con molti cavalieri che finirono al rogo. Le accuse, mosse di fatto dal re di Francia, furono eresia, idolatria e pratiche sodomitiche. I Templari erano dei religiosi, come i benedettini o i domenicani, ma in aggiunta erano dei cavalieri, quindi dei religiosi combattenti, una novità nata al tempo delle crociate; dipendevano direttamente dal papa, ma il pontefice in quel momento – Clemente V – è il primo dei papi avignonesi, e di fatto si adegua al suo sovrano. Filippo il Bello fa arrestare in un sol giorno tutti i templari nel regno di Francia, e li sottopone a una sorta di primo processo politico della storia europea; grazie alla tortura giudiziaria ottiene molte confessioni, che poi sono ritrattate. Un concilio convocato a Vienne non arriva a condannarli, ma il re procede speditamente, il papa – seppur più riluttante – lo asseconda sopprimendo l’ordine, e infine su un’isoletta parigina sulla Senna, oggi inglobata nell’"Île de la Cité", Jacques De Molay fu bruciato il 18 marzo 1314. Filippo il Bello, che tanto lo aveva perseguitato, morì di lì a poco.