"Se l’amministrazione continua in questo modo, affidandosi solo alla possibile sentenza favorevole (del Tar, ndr), questo territorio rischia grosso. E’ necessario, invece, che si metta al tavolo del dialogo e della persuasione e, qualora lo ritenesse necessario, noi siamo disponibili a fare la nostra parte". Lo evidenzia, a proposito del biodigestore, il gruppo di minoranza ‘Noi siamo Terre Roveresche’ guidato da Sauro Marcucci.
"Sebastianelli – è scritto nella nota - ha detto no alla richiesta del sindaco di Fano, Seri, che voleva venire a spiegare la posizione della sua città. La situazione è diventata surreale, con l’amministrazione di Terre Roveresche che sembra incapace di dialogare e di attivare percorsi politici che possano portare ad una conclusione positiva della vicenda. In una riunione tenutasi lo scorso luglio, promossa dal comitato ‘A difesa del territorio’ con minoranza e maggioranza, Sebastianelli ha ammesso la propria responsabilità nell’aver portato l’impianto a Barchi e il comitato ha proposto l’istituzione di una commissione comunale composta da maggioranza e minoranza, come ha fatto il Comune di Mondavio al fine di attivare il maggior numero di idee possibili per fermarne la realizzazione".
"In quella sede, la minoranza ha inoltre proposto: di coinvolgere tutti i comuni dell’ex Comunità Montana con la votazione di un documento unitario nella battaglia contro l’impianto; di fare pressioni politiche vere sulla Provincia affinché esercitasse il potere di revoca in autotutela; di incontrarsi con il Comune di Fano e convincerlo ad uscire da questa impasse e ritrovare un’unità di vallata; di incontrare Feronia e trovare insieme una soluzione alla rinuncia dell’investimento; e di incontrare Acea e fargli presente che avere una comunità che non accetta l’impianto non consente di lavorare al meglio".
La nota termina: "Purtroppo, nessuna di queste proposte operative fatte dalla minoranza è stata attivata e la commissione comunale chiesta dal comitato non è mai stata convocata".
s.fr.