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Sull’iniziativa insulti social e sfottò: "Certi non riescono a capire"

Dal sole alle nuvole. Ieri è stato come se il meteo sottolineasse la volubilità del confronto che da sempre aggredisce...

Persini, Mocchi e Farrauto presidenti di ArciAgorà, Agedo e Amnesty International

Persini, Mocchi e Farrauto presidenti di ArciAgorà, Agedo e Amnesty International

Dal sole alle nuvole. Ieri è stato come se il meteo sottolineasse la volubilità del confronto che da sempre aggredisce il Movimento LGBT+: a commento dell’alzabandiera riguardante il vessillo multicolore a Baia Flaminia, sui social è avvenuto il solito dispiegamento di pregiudizi, sfottò, insulti. Da una parte il chicchiericcio generico sul Pride che “è una carnevalata“ o teorie quali “Sodoma e gomorra. La realtà deve essere come la natura vuole: amore tra un uomo e una donna, pilastri di una famiglia dove nascono figli, non la perversità". Dall’altra l’articolo 3 della Costituzione italiana sull’uguaglianza sostanziale sostenuto ieri dalla presenza, in occasione dell’alzabandiera, non solo degli amministratori comunali (vicesindaco Vimini, gli assessori Mengucci, Murgia, Pozzi; i consiglieri comunali e di quartiere) ma anche di associazioni umanitarie e culturali come Anpi, Amnesty International, Biblioteca Bobbato, Agedo, Arci. "Molti di questi messaggi che io ho letto sono fatti a vanvera" taglia corto Maria Cristina Mocchi di Agedo, l’associazione di genitori, amici, parenti di persone LGBT+. Luca Persini, presidente di ArciAgorà: "Sono rimasto poco sorpreso, ma molto deluso. C’è ancora oggi una parte della cittadinanza che non capisce: siamo persone, come tutte le altre. Abbiamo gusti, un orientamento sessuale diverso; abbiamo differenze che ci rendono persone uniche, come lo sono tutti gli individui. Parlano di carnevalata come se una manifestazione per l’affermazione dei diritti debba essere grigia, per essere presa seriamente. Il Pride è coloratissimo perché le persone che vivono il Movimento sono persone piene di vita. Nella lotta dei diritti civili esprimiamo l’esigenza di essere presenti nella dimensione democratica". "Come responsabile di Amnesty International Marche – osserva Eleonora Farrauto – ai commenti omofobi, letti sui social replico che se i diritti umani e civili delle persone tutte fossero rispettati, non avremmo bisogno di manifestazioni o di momenti simbolici per ricordarlo e denunciarlo".

Solidea Vitali Rosati