"Superbonus e blocco dei crediti, imprese ko"

Indagine in provincia, la Cna lancia l’allarme legato agli effetti del 110%: "Molte ditte rischiano di chiudere i cantieri e l’attività"

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Superbonus e cessioni del credito. Le banche stanno chiudendo i rubinetti e la Cna lancia l’allarme perché si è di fronte ad un paradosso: "In un momento in cui non si trovano imprese per realizzare lavori di manutenzione e ristrutturazioni di abitazioni ed edifici pubblici a causa delle tantissime richieste, molte di quelle stesse imprese rischiano la chiusura". E molte anche della nostra provincia. Cna evoca il rischio di possibili fallimenti con relativa perdita di posti di lavoro. Un quadro tutt’altro che bello e che emerge da una indagine svolta dall’associazione tra le imprese del settore edile, delle costruzioni e dei serramenti, per cui la Cna sollecita il Governo "a trovare rapidamente una soluzione per disinnescare una bomba economica e sociale, generata da una serie di provvedimenti normativi che hanno alimentato confusione e profonda incertezza".

L’associazione stima che i crediti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e non monetizzati attraverso una cessione ammontano a quasi 2,6 miliardi di euro. La consistenza dei crediti bloccati (circa il 15% del totale) sta mettendo in crisi migliaia di imprese.

"Infatti – commenta il segretario della Cna provinciale Moreno Bordoni – molte imprese artigiane si trovano con un cassetto fiscale pieno di crediti ma senza liquidità e con impatti gravissimi. Il 48,6% del campione parla di rischio fallimento mentre il 68,4% prospetta il blocco dei cantieri. Bordoni aggiunge: "Per non essere schiacciate dalla mancata cessione dei crediti quasi un’impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori, il 30,6% rinvia tasse e imposte e una su cinque non riesce a pagare i collaboratori".

"Davanti a norme incerte e continui stop and go – denuncia Fausto Baldarelli, responsabile del settore costruzioni dell’associazione – gli intermediari finanziari hanno bloccato gli acquisti e ad oggi i crediti in attesa di accettazione superano i 5 miliardi e di questi circa 4 miliardi si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura". E inoltre aggiungono i vertici della Cna "occorre ricordare che attraverso lo sconto in fattura l’impresa ha anticipato per conto dello Stato un beneficio al cliente, facendo affidamento sulla possibilità, prevista dalla legge, di recuperare il valore della prestazione attraverso la cessione a terzi".