Tangenti dietro al taglio degli alberi: in cella funzionario del Genio civile di Pesaro

Scempio ambientale sugli argini del Foglia, uno era stato eseguito nel comune di Piandimeleto. Sia il dipendente pubblico che gli imprenditori si sarebbero accaparrati anche quintali di legname

Alberto tagliato (foto generica)

Alberto tagliato (foto generica)

Pesaro Urbino, 15 giugno 2022 - Centinaia di alberi tagliati senza motivo sugli argini del Foglia (a Piandimeleto), atti di pirateria che nessuno ha fermato con l’avallo dell’ex Genio Civile. Ora si è scoperto perché succedeva tutto questo. Giravano tangenti di varia natura come pranzi di laurea pagati dalle imprese corruttrici, cene, carburante per la macchina del funzionario, tablet, riparazioni gratis dal meccanico, carichi di legname e anche carichi di olio di oliva extravergine.

Tangenti, mille euro per regalargli la festa di laurea della figlia - Corruzione e appalti truccati: 8 arresti. In carcere funzionario della Regione Marche

Lo ha accertato la procura di Ancona che ha scoperto un giro di tangenti in natura destinate al funzionario dell’ex Genio civile di Pesaro che avrebbe dato il suo contributo anche a quel vandalismo lungo il Foglia. E’ l’incredibile retroscena emerso dall’indagine anconetana che ieri ha portato in carcere per corruzione e falso Euro Lucidi, 63 anni, di Senigallia, in servizio all’ex Genio civile di Pesaro.

Oltre a lui, altri due funzionari dI Pesaro sono indagati. Sono state arrestate invece altre 7 persone, tutti imprenditori, che pagavano per vincere gli appalti, due dei quali riguardavano Pesaro, per un valore complessivo dei lavori di 1,2 milioni di euro. Insomma, mazzette per pilotare e affidare i lavori ad imprese amiche per interventi lungo i fiumi marchigiani (l’indagine riguarda anche Ascoli Piceno ed Ancona) al fine della manutenzione idraulica che si p trasformata in taglio indiscriminato della vegetazione per ricavarne legname da ardere. Beni che è accusato di aver preso Lucidi e non solo grazie ad un giro corruttivo a cui sono arrivati i carabinieri forestali di Ancona in meno di un anno. Così ieri mattina, 90 militari hanno notificato 8 ordinanze di custodia cautelare e avvertendo 24 persone di essere indagate per vari reati come corruzione, turbativa d’asta, truffa aggravata ai danni della Regione Marche, falso e rivelazione di segreto di ufficio commessi da pubblico ufficiale.

In carcere dunque è finito Euro Lucidi, funzionario tecnico specialista nel settore della tutela del territorio e gestione del patrimonio della Regione. Lavorava negli uffici regionali di Pesaro all’ex Genio civile. Sette invece le persone finite agli arresti domiciliari, tutti imprenditori. Si tratta dei fratelli Marco (53 anni), Giacomo (51 anni) e Simone (47 anni) Mariotti, della Mariotti Costruzioni. Sono di Arcevia, uno risiede a Senigallia. Agli arresti domiciliari anche Enrico Cesaroni, 68 anni, di Staffolo ma residente a Castelbellino, imprenditore della Vallesina, nel settore agricolo, taglio legna, coltivazioni, ed ex consigliere regionale di Forza Italia. E ancora i fratelli Matteo (49 anni) e Stefano Rozzi (59 anni), ascolani, nelle vesti di amministratore unico e direttore tecnico della Due Zeta. Ai domiciliari anche Angeli Agostino, 78 anni, imprenditore della provincia di Arezzo. L’ordinanza per le 8 misure cautelari è stata emessa dal gip Sonia Piermartini su richiesta del pubblico ministero Andrea Laurino, che ne aveva avanzate di più e che ha coordinato le indagini dei militari.

L’inchiesta è stata aperta nel 2021 dopo una serie di attività investigative condotte dai carabinieri forestali di Ancona e Ascoli Piceno. Alcuni interventi sui fiumi erano risultati in contrasto al rischio idraulico e al dissesto idrogeologico. La vegetazione era risultata troppo tagliata in spregio alle normative paesaggistiche ed ambientali. Gli interventi, stando anche ad un consulente nominato dalla Procura, avrebbero pregiudicato la salubrità degli ecosistemi fluviali al solo fine di ricavarne i massimi profitti della commercializzazione del legno. Per la Procura si sarebbe creato un sistema consolidato di "favori e tangenti, orientato a condizionare gli esiti delle gare di affidamento dei lavori lungo i fiumi marchigiani da parte della Regione".

Abbattuti lungo gli argini pioppi bianchi e neri, salici, olmi, acacie, ailanti, sambuchi e biancospini arborei. E una miriade di alberi da frutto inselvatichiti. Tutti rasi al suolo con la scusa della manutenzione e della difesa degli alvei dei fiumi. Dal 2018 ad oggi.