Tra le persone intervenute durante assemblea "pro vescovo" c’è stato anche monsignor Giovanni Tani stesso, che è tornato a parlare pubblicamente della questione dopo l’intervista rilasciata il 14 giugno a Il Resto del Carlino, in cui annunciava l’unione "in persona episcopi" delle due arcidiocesi. L’arcivescovo, che, stando alle attuali intenzioni del Vaticano, sarebbe l’ultimo di 86 pastori e di una successione durata 1430 anni, ha detto di trovarsi al Collegio Raffaello "soprattutto per ascoltare e poter riportare. Ho udito con molta attenzione gli interventi: ci sono motivazioni forti da presentare, scrivere e portare avanti. Capirete bene il mio disagio nell’essere l’ultimo di una lista o anche semplicemente di trovarmi in questa situazione di difficoltà che tutti condividiamo. Questa spina ce l’ho dentro dal 23 maggio 2013, quando il papa, davanti a tutti i vescovi italiani, a San Pietro, disse semplicemente "le diocesi sono troppe, c’è una commissione che sta studiando". Perché mi sono sentito la spina? Perché Urbino è sempre stata impallinata ogni volta che si è arrivati a questo argomento, in quanto diocesi piccola con una popolazione piccola". In seguito, monsignor Tani ha spiegato come si sono svolte le cose e nell’ultimo anno: "Gli argomenti che avete portato li avevo presentati nel maggio 2021 al nunzio apostolico in Italia. Tutti quelli che avete detto. Sono stati recepiti, ma la questione è andata avanti. Di ciò ho parlato prima in una riunione di sacerdoti, poi quando sono stato intervistato da Il Resto del Carlino, perché mi ero prima consultato e potevo farlo. Mi sembra di aver fatto bene, perché quello che non è stato fatto prima si può fare adesso. Ora c’è la possibilità di condividere, parlare e farsi sentire, sperando di ottenere un risultato positivo, che potrebbe essere quello farci pensare alla Chiesa ancora un po’. Grazie per quello che fate".
n. p.