NICOLA PETRICCA
Cronaca

Tanti gemelli francesi per la Volponi-Pascoli

Trentuno ragazzi d’Oltralpe dal Collége Mathurin Méheut à Melesse, in Bretagna, ospitati dalle nostre famiglie.

La dirigente Maria Lorena Farinelli (al centro) con i docenti gemellati

La dirigente Maria Lorena Farinelli (al centro) con i docenti gemellati

Trentuno ragazzi francesi, 33 italiani e diversi docenti coinvolti. L’Istituto Volponi-Pascoli rinnova il legame con la Francia attraverso i propri studenti, riproponendo un gemellaggio che va avanti da circa 15 anni. La scuola con cui stavolta si è creato un ponte è il Collége Mathurin Méheut à Melesse, sito in Bretagna, a due passi da Rennes, e gli alunni coinvolti sono quelli dell’ultimo anno delle scuole medie. Gli studenti e i docenti di Melesse sono stati accolti tra Urbino e Gallo dall’1 al 7 marzo, con ragazzi e ragazze, in particolare, ospitati dalle famiglie dei loro “gemelli“ di qui. In questi sette giorni hanno visitato Urbino e il circondario, da Sassocorvaro e Mercatale a San Marino, da Fano a Riccione, fino a Grotte di Frasassi e Furlo, sia con gli insegnanti, sia con le famiglie ospitanti. Parallelamente c’è stato il lavoro in aula, con lezioni e laboratori seguiti in italiano: "Questo è possibile perché, per il gemellaggio, ogni anno scegliamo una scuola diversa in cui l’italiano sia la seconda lingua studiata, così come lo è il francese per la Volponi e per il plesso di Gallo – spiega la dirigente, Maria Lorena Farinelli –. Si sono trovati molto bene, hanno apprezzato cibo e accoglienza. È stata una bella esperienza, per cui ringraziamo anche il consorzio Erasmus+ che ha l’Itis “Mattei“ come capofila, che ci ha dato una grossa mano. Per gli studenti, vivere in una famiglia locale per una settimana è un’immersione linguistica importante. Inoltre, ora è più facile legare tra “gemelli“: appena viene comunicato il nome del corrispettivo straniero, si mettono subito in contatto. L’ultima sera, poi, è stata stupenda, perché li abbiamo portati tutti a mangiare la pizza “a gogo“ e la mattina dopo non hanno fatto che parlarne". Finita la prima parte, gli studenti italiani si preparano per andare in trasferta a propria volta, dal 3 al 10 maggio. "Non vedono l’ora – spiega la prof Erica Caruso, che cura il progetto con i colleghi Annarita Rossi e Demis Lorenzetti –. Ci ha fatto molto piacere che i francesi siano rimasti affascinati dalla competenza linguistica trovata qui, in merito a francese e inglese. Inoltre hanno comprato tutti i prodotti tipici locali e il poter valorizzare il territorio è un altro aspetto che ci fa felici. Anche in pochi giorni si può costruire un ponte linguistico: in un momento storico in cui bisogna rafforzare i rapporti tra i Paesi europei, è importante cominciare a farlo già dalle scuole medie".

Nicola Petricca