
Pietro Paterniani, funzionario dell’ufficio vertenze Cgil Pesaro Urbino
Il 2° quesito referendario propone di eliminare il vincolo che impedisce al giudice di disporre un risarcimento equo o di valutare la possibilità della reintegrazione. Votando sì, si elimina lo svantaggio in cui si trova il lavoratore. Infatti, nei casi seguiti dal nostro ufficio, l’indennità riconosciuta dal giudice, raramente supera quattro mensilità. Questo – unito ai lunghi tempi della giustizia, al rischio di soccombenza e ai costi del contenzioso – scoraggia fortemente i lavoratori dal contestare il licenziamento. Molti di loro, pur ritenendo di avere subito un’ingiustizia, rinunciano ad adire le vie legali proprio per un’analisi costi-benefici che risulta svantaggiosa. Nell’indicare l’indennizzo al giudice oggi non è consentito di considerare situazioni di fragilità quali l’onere di un mutuo e l’unico criterio forte è l’anzianità di servizio.