Terenzio Mamiani, una figura chiave del Risorgimento

"Un Pesarese per la Nazione" (il lavoro editoriale) è il titolo di un recente libro costituito dai saggi che nove studiosi e studiose hanno dedicato al pesarese Terenzio Mamiani della Rovere (1799-1885). Sulla vita e le opere di questo personaggio svolsero una profonda ricerca Giorgio Benelli e Antonio Brancati, autori di tre fondamentali volumi (editi negli anni 2004, 2006, 2010). Il libro menzionato offre nuove prospettive su Mamiani. Il quale (seguo la densa introduzione di Riccardo Paolo Uguccioni, curatore del libro), dopo aver partecipato ad un governo delle Province Unite Italiane, dal 1831 per quasi 15 anni vive esule in Francia. Tornato in Italia, nella primavera del 1848 assume la guida del governo pontificio.

Benché eletto deputato nella Costituente romana, respinge la proposta di abrogare il potere temporale della Chiesa. Fallita la Repubblica Romana, egli ripara nel Regno di Sardegna; dove, in un governo presieduto da Cavour, diventa ministro della Pubblica istruzione. Più tardi, è nominato senatore del Regno d’Italia. "Ma essendo uomo di profonda cultura, si occupa anche di filosofia, di diritto e di letteratura", scrive Uguccioni. Anche dai preziosi contributi presenti in questo libro si capisce che Terenzio Mamiani merita di essere ricordato, non già per seguire la moda di un rozzo localismo, ma perché egli ebbe una parte non secondaria nel nostro Risorgimento. E in un articolo sul “Risorgimento denigrato“ (“La Stampa“, 27- IX- 2000), Alessandro Galante Garrone scrisse che "la contestazione dei valori risorgimentali nasce da propositi di erosione dell’assetto democratico della nostra società; propositi che devono essere respinti". Parole tuttora da meditare perché quel periodo storico è trascurato e disprezzato persino da certi storici, spesso però superficiali e faziosi.

Vittorio Ciarrocchi