Terremoto, chiesto lo stato di emergenza

La Regione si muove col Governo per ottenere finanziamenti sia per i danni acclarati che per la prevenzione. Ricci: "Era ora"

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Le Marche del nord sono in pericolo. Chiesto ieri al governo lo stato di emergenza. Le scosse di terremoto, dopo quella di 5.7 di magnitudo del 9 novembre, non hanno mai cessato di farsi sentire. Una sciame infinito, con oltre 200 movimenti tellurici, alcune anche forti come quello dell’altra mattina alle 6.20 di 4.3. Scosse che non sembrano assestarsi. E si concentrano in un unico punto: la provincia di Pesaro e Urbino, con epicentro a poche miglia dalla costa pesarese. Per questo, ieri, il presidente della regione Marche Francesco Acquaroli ha inviato una lettera al governo Meloni chiedendo l’apertura del protocollo per riconoscere lo stato di emergenza relativa alla provincia di Pesaro e Urbino e, non è chiaro ma probabile, di Ancona.

Chi l’aveva sollecitata a parole forti era stato il sindaco di Pesaro Matteo Ricci che parlava di situazione di pericolo incombente sia per Pesaro che per la provincia perché i danni dovuti alle scosse che ogni giorno emergono stanno a dimostrare che la terra trema di continuo. Si legge in una nota della Regione: "Come anticipato durante il Consiglio regionale lo scorso giovedì, appena terminata una prima ricognizione si è proceduto ad inviare la richiesta". Lo stato di emergenza, aveva spiegato lo stesso Acquaroli in aula, deve essere suffragato da dati precisi e dettagliati per rappresentare lo stato della situazione a seguito delle scosse. La prima fase della ricognizione si è completata lo scorso fine settimana e oggi si è proceduto ad inviare la richiesta al ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci e al capo dipartimento nazionale della protezione civile Fabrizio Curcio. "Le verifiche dei danni sono ancora in corso e i Comuni le stanno facendo pervenire - ha dichiarato il presidente Aquaroli --. In questi giorni continuano ad arrivare le segnalazioni dai territori, anche a seguito del susseguirsi delle scosse che potrebbero ampliare gli effetti dei danneggiamenti segnalati già nelle prime ore. Man mano che le verifiche procedono si contano nuovi danni al patrimonio edilizio privato, pubblico e storico-culturale, alle strutture ed infrastrutture pubbliche, segnalati da molti Comuni in tutte le aree maggiormente colpite. Non appena sarà disponibile, trasmetteremo la ricognizione completa dei danneggiamenti e la documentazione più di dettaglio". Nella lettera trasmessa a Roma, Acquaroli evidenzia come l’andamento del sisma, ancora in corso, stia determinando "conseguenze e ripercussioni sul territorio tali da dover richiedere risorse e poteri straordinari" previsti per gli stati di emergenza. ‘L’evento sismico registrato intorno alle 7 di mattina del 9 novembre 2022 - viene ricordato - ha raggiunto una magnitudo di 5.7: è la scossa più forte mai registrata nella costa settentrionale marchigiana da quella del 1930. L’epicentro del terremoto è stato localizzato al largo della costa delle Marche settentrionali, nella zona del Mar Adriatico davanti a Pesaro e Fano".

Dice il sindaco Ricci: "Era ora. Bene che il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli abbia chiesto lo stato d`emergenza. Ora lavoriamo insieme per ottenere le risorse per i tanti danno subiti dagli immobili pubblici e privati". Il consigliere regionale Biancani parla di "soddisfazione per la scelta che risponde alla mia mozione e alle richieste pressanti dei territori. Avanti così"

ro.da.