Terremoto, la Regione tentenna sulla gravità Rinviato il voto sullo ’stato di emergenza’

Acquaroli: "Vorrei prima avere un rendiconto sui danni degli edifici pubblici e privati". Biancani: "Famiglie evacuate ogni giorno"

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E’ stato un terremoto grave o lieve? In Regione non lo sanno. Le correnti di pensiero sono due. Il presidente Acquaroli ieri in consiglio regionale ha detto: "Non c‘è alcun tipo di preclusione rispetto alla richiesta di dichiarazione dello stato d‘emergenza". A conclusione della discussione sulla mozione delle minoranze, che chiedeva alla giunta di impegnarsi con il Governo affinché venisse riconosciuto lo stato d‘emergenza dopo il terremoto che il 9 novembre ha colpito la costa settentrionale delle Marche, è intervenuto proprio Acquaroli per stemperare le polemiche scoppiate in aula dopo la richiesta di rinvio, poi approvata, della maggioranza. "Si sta svolgendo un lavoro con il sistema di Protezione civile regionale e c‘è un lavoro di interlocuzione con i Comuni più interessati dalle scosse che hanno registrato i maggiori danni – dice il presidente –. Fino ad oggi ci sono state richieste di danni per il sisma per 24 milioni di euro: 4 milioni dai Comuni più piccoli e 20 milioni da Pesaro. Entro 24 ore sapremo qual è la situazione ad Ancona che, da quel che leggo, mi sembra sia il territorio più colpito a livello di danni alle strutture pubbliche e private". Insomma prima la ricognizione puntale dei danni poi si valuterà quali azioni intraprendere.

Dal fronte della Lega sono emerse le posizioni che hanno destato più polemiche. Come quella di Renzo Marinelli, ex sindaco di Castelraimondo (Macerata): "C’è chi aspetta da 6 anni – ha detto, con riferimento ai ritardi della ricostruzione post sisma 2016 nel sud delle Marche – perciò se dobbiamo aspettare un mese non penso sia così importante". Ma non è stato solo uno scontro sud-nord, perché anche il consigliere fanese Luca Serfilippi ha sposato la stessa linra: "L’evento sismico che ci ha risvegliato in maniera brusca ma bisogna distinguere da eventi in cui ci sono centinaia di famiglie sfollate nei territori colpiti dal terremoto come nel 2016 – ha detto – da questo che per fortuna è stato a 30 chilometri dalla costa di Fano e ci sono stati lievi danni. Forse ha ricevuto più danni Ancona che Fano. Prima di chiedere lo stato d‘emergenza si fa la conta dei danni e ancora molte città, come Fano, non l’hanno fatta (in realtà è stata ufficializzata, ieri, ndr)".Per Serfilippi occorre tutelare l‘immagine turistica della regione: "Io credo sia importante quando parliamo di emergenza dichiararla quando effettivamente c‘è altrimenti perde valore, spiace che Pd e M5S stiano speculando su un evento sismico lieve che non ha creato danni a persone e cose".

Controbatte Andrea Biancani del Pd: "Proponevamo semplicemente e senza nessuna intenzione polemica che la Regione chiedesse lo stato di emergenza al Governo nazionale, così da avere i fondi per le spese immediate (costi per evacuazioni, alloggi temporanei, trasferimenti delle scuole, messe in sicurezza temporanee) e per risarcire i danni subiti da famiglie, imprese, Comuni e Province, ma per la Regione il sisma non è una priorità", ha sostenuto il vicepresidente del Consiglio regionale che insieme a tutto il gruppo Pd, 5 Stelle e Rinasci Marche aveva presentato la mozione urgente sul sisma. "Le caratteristiche per chiedere lo stato di emergenza ci sono tutte – ha aggiunto –. Si è trattato di un evento sismico eccezionale che ha colpito il territorio marchigiano ed è stato il più forte registrato negli ultimi 90 anni nella parte settentrionale della regione".