"Terribile allenarsi sotto i bombardamenti Qui l’aria profuma di mare, là di bruciato"

L’allenatrice della nazionale di ginnastica ritmica ucraina, Irina Ivanovna, spiega cosa voglia dire la guerra per le sue atlete: "Qualcuna ha smesso, altre sono state portate via dai genitori. Non so quanto tempo ci metteremo per dimenticare tutto"

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di Beatrice Terenzi

La nazionale ucraina di ginnastica ritmica è arrivata a Pesaro per partecipare all’ultima tappa della World Cup che si tiene alla Vitrifrigo Arena da oggi fino a domenica 5 giugno. Per la formazione allenata da Irina Ivanovna Deriugina è la prima uscita agonistica dopo lo scoppio della guerra. Una partecipazione che si è realizzata grazie all’invio della presidente del Col della Coppa Paola Porfiri in sinergia con il Comune di Pesaro e l’Aspes Spa.

Come è stato il viaggio?

"Abbiamo viaggiato – risponde Irina – tutta la notte da Kiev in autobus fino alla Polonia, poi abbiamo messo molto tempo per attraversare la frontiera a seguire un altro giorno di viaggio in Polonia – racconta la tecnica Deriugina -. Ci siamo fermati per la notte in albergo. Il terzo giorno siamo arrivati in Italia. Un viaggio molto complicato, impegnativo e stancante. In Ucraina adesso sono chiusi tutti gli aeroporti".

Cosa lasciate in Ucraina?

"Le ginnaste sono molto felici di avere finalmente questa possibilità di gareggiare. Da noi tutte le gare sono state cancellate, le nostre atlete hanno partecipato solo nella prima tappa della Coppa del Mondo e la squadra era diversa. Una parte delle ginnaste ha smesso di allenarsi, qualcuna è stata portata via dai genitori, quindi ora abbiamo una nuova squadra. Sono bravissime ginnaste e cercano di dare del loro meglio. Il nostro spirito è forte perché allenarsi sotto i bombardamenti con suono delle sirene è terribile, potete credermi. Dall’inizio della guerra siamo stati per un mese nell’ Ucraina occidentale, dove però non avevamo le condizioni per allenarci. Dopo, piano piano ho cercato di spostare tutti quanti a Kiev, dove ci sono condizioni migliori anche se stiamo in un posto caldo. Tante ginnaste avevano paura di tornare a Kiev, chi è stata più coraggiosa si è trasferita per allenarsi".

Cosa ne pensa di questa cordata umanitaria per permettervi di gareggiare?

"Alcune organizzazioni ci hanno già invitato in Italia, ma solo Paola Porfiri è riuscita a portare tutto a buon fine. Per noi è molto importante stare qui, è importante avere la palestra, dove possiamo allenarci. Ringrazio tanto il Comitato organizzativo della Coppa di Pesaro e tutti quelli che ci hanno dato questa possibilità. Ci vogliono 3 giorni per arrivare da Kiev in Europa e 3 giorni per tornare. Quindi 6 giorni solo per fare andata e ritorno. Adesso abbiamo la possibilità passare questi 6 giorni in Italia e partire direttamente da qui al campionato d’Europa, ed è proprio fantastico. Per le ragazze è una specie di vacanza, perché qua l’aria è diversa, profuma di mare. Da noi adesso l’area puzza di bruciato, nel nostro paese brucia tutto ed è terribile".

Cosa vi aspettate da questa tappa?

"La guerra ci ha insegnato a non fare progetti di nessun tipo. È un momento molto difficile. Anche noi dovevamo organizzare la nostra coppa a Kiev, a marzo, mia mamma (Albina Dirughina) ha compiuto 90 anni. La Derughina Cup si svolge ogni anno per il compleanno di Albina Derughina, la fondatrice della ginnastica in Ucraina. Abbiamo delle ginnaste molto talentuose però senza la possibilità di allenarsi e senza le competizioni è molto difficile prepararsi. Questa gara sarà una specie di preparazione per campionato d’Europa, speriamo di ottenere dei risultati migliori. L’importante che le ginnaste riescano a gestire lo stress. Non so quanto tempo ci vorrà per dimenticare la guerra. Noi cerchiamo di fare tutto quello che possiamo e ringraziamo tanto l’Italia per l’aiuto che ci sta dando".