
Ieri la sentenza, integralmente rifiutata la richiesta dei ricorrenti, che dovranno pagare anche le spese legali a sindaco e prefettura
Il Gambini-ter va avanti. Dopo oltre due mesi di attesa, il tribunale di Urbino ha pronunciato la sentenza in merito al ricorso contro la candidabilità del sindaco Maurizio Gambini a quello che è il suo terzo mandato, iniziato lo scorso giugno in forza del passaggio di Urbino tra i comuni sotto i 15mila abitanti. Come richiesto in sede di udienza dalla procura lo scorso 4 febbraio, i giudici hanno rigettato integralmente il ricorso e i tre ricorrenti dovranno pagare le spese legali a favore di Maurizio Gambini e della Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Pesaro e Urbino, per un totale di 14.403 euro, oltre alle spese generali.
Per il sindaco Maurizio Gambini è arrivato il sollievo tanto atteso: "Ho aspettato di conoscere la sentenza con grande serenità. Da subito questo ricorso mi è sembrato senza fondamento e anche il Tribunale lo conferma pienamente. Il risarcimento delle spese legali è una condanna molto significativa a carico dei tre ricorrenti e dimostra quanto la controparte politica sia talmente accecata dal livore da essere assolutamente incapace di fare valutazioni oggettive. L’esito del ricorso non dà spazio ad alcun dubbio sulla legittimità della mia candidatura, come era naturale e logico che fosse. Per questo ritengo che la nostra città avrebbe corso un rischio gravissimo se fosse stata amministrata da persone che non hanno minimamente la capacità di pesare le situazioni e leggere con giudizio ed equilibrio la realtà dei fatti. Mi rasserena però sapere che anche alle ultime elezioni i concittadini urbinati hanno scelto di sostenere questa Amministrazione, che ha sempre dimostrato di operare solo ed esclusivamente per il bene e il futuro della nostra città, al di là delle contrapposizioni politiche".
Soddisfatto l’avvocato Andrea Guidarelli, legale difensore di Gambini: "Quello che posso dire – spiega – è che nel merito della vicenda, il Tribunale, con la sentenza n. 81 comunicata ieri, ha sostanzialmente condiviso quanto espresso da questa difesa a sostengo della tesi del sindaco. Il tribunale infatti ha affermato che alla base delle differenti ragioni a cui rispondono le norme sulle modalità di svolgimento delle elezioni (articoli 72 e 73 del Testo Unico Enti Locali) e il numero dei mandati (art. 51) non è vi è alcuna irrazionalità nella scelta legislativa di mantenere i limiti di mandato alla carica di sindaco, basati effettivamente sull’entità demografica del comune, anche ai comuni capoluogo di provincia. Si tratta di una scelta discrezionale del legislatore, che ha ritenuto opportuno non estendere in toto a tutti i capoluoghi di provincia lo status normativo dei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, ritenendo viceversa che l’esigenza di garantire un terzo mandato consecutivo al sindaco fosse meritevole di tutela. Sintomatica la condanna alle spese dei ricorrenti, che dovranno rifondere le spese legali del sindaco e della prefettura di Pesaro e Urbino".
Ma la partita potrebbe non essere del tutto chiusa: ora i ricorrenti hanno 30 giorni di tempo per presentare ricorso in appello. Nessun commento invece è giunto ieri dalla minoranza comunale.
g. v.