"Test sierologici agli alunni: ampia adesione"

L’iniziativa nei licei Storoni e Piccinini. Tra i 47 iscritti quasi tutti hanno detto sì. I docenti: "Siamo orgogliosi, è passato il messaggio" .

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Gli studenti del liceo classico Storoni e quelli del liceo scientifico Piccinini, entrambi del complesso scolastico de La Nuova Scuola, dalla prossima settimana potranno fare il test sierologico. "Abbiamo chiesto ai ragazzi del triennio – spiega Daniela Careri, tra le fondatrici de La Nuova Scuola – di sottoporsi allo stesso test fatto la settimana scorsa dal personale scolastico. Dei 47 studenti che sono iscritti ai nostri due licei abbiamo avuto una ampia, per non dire totale, adesione. Ne siamo contenti ed orgogliosi: è passato il messaggio civico alla base della nostra proposta. Infatti avere una visione d’insieme riguardo le condizioni generali di partenza che otterremo dai risultati del test sono l’effetto di un gesto che risponde allo spirito di comunità e senso di attenzione per il prossimo". La scelta sul perché sottoporre i ragazzi del triennio rientra nello stile di vita dei più grandi: "I giovani tra i 15 e i 19 anni sono più autonomi rispetto agli altri – specifica Careri –: quando vanno in discoteca non raccontano giustamente i particolari ai genitori. Il monitoraggio si allenta. Risolviamo allora responsabilizzando i ragazzi". La profilassi, possibile per la dimensione dei due licei, avverrà grazie alla disponibilità dei medici Giorgio Maniscalco (presidente del Consiglio d’amministrazione de La Nuova Scuola) e Michele Calcinari i quali eseguiranno i test con la collaborazione dello staff infermieristico del laboratorio convenzionato Asur Biolab.

Quella dello screening sierologico agli studenti, utili a disegnare il quadro statistico relativo all’incidenza dei soggetti asintomatici è forse la novità più eclatante di queste due settimane che precedono l’avvio del nuovo anno scolastico. Infatti il Covid a colpi di linee guida forgiate dal Comitato tecnico scientifico ha sconvolto prassi e ridisegnato le priorità della vita in classe. Mai nella storia nessuno si era posto come primo problema di evitare la promiscuità dei materiali, veicolo di contagio. In pratica secondo le disposizioni i bambini non solo non potranno scambiarsi di sedia o di banco, ma addirittura non potranno scambiarsi penne, gomme. "L’indicazione è che ogni alunno usi in modo esclusivo le proprie cose – conferma Lucia Nonni, dell’Istituto comprensivo Leopardi –. E’ chiaro che più si abbassa l’età dei bambini e più questo è difficile da far capire". Le voci si rincorrono e i social non aiutano. Le chat di whatsapp ci mettono il carico: è circolata la vulgata che proprio per evitare la promisquità dei materiali, non si potessero portare a casa i compiti da correggere, ma non è scritto in nessuna direttiva. Il pensiero più grande di queste ore degli insegnanti? "E’ impensabile che bambini della primaria stiano cinque ore seduti al banco per evitare l’uso delle mascherine, disposto per chi ha una età sopra i sei anni e si sposta riducendo il distanziamento sociale". Quindi ci sono scuole che stanno mettendo a punto prassi ad ogni cambio d’ora per un brack, cosiddetto di rilassamento. Si apriranno le finestre, i bambini divisi in piccoli gruppi faranno attività laboratoriali in aree di volta in volta sanificate. L’assessore Giuliana Ceccarelli che domani andrà in onda su Rai Tre ospite della trasmissione Agorà, si preoccupa di come ridare il sorriso pieno delle insegnanti agli alunni altrimenti schermato dalla mascherina chirurgica. "Interrompono l’espressività del volto – osserva Ceccarelli – in Comune vorremmo adottare le visiere trasparenti. Nella didattica è un tema molto importante".

Solidea Vitali Rosati