Stalking a Pesaro, musicista nei guai: "Ti ammazzo a martellate"

Mombaroccio, il caso di un 50enne arrestato a maggio: perseguitava con telefonate a raffica e minacce la sua ex. Ora chiede di patteggiare

Stalking

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Pesaro, 27 ottobre 2022 - Minacce di morte con ogni mezzo. Da quelli tradizionali al web, persino con un video caricato su youtube, modello tagliagole dell’Isis, in cui lui si riprende mentre si fa la barba e commenta: "Prima di finire in galera". Ma anche 200 mail in neppure due mesi e in un giorno almeno 20 telefonate anonime. Una volta le avrebbe fatto trovare davanti alla porta di casa anche un leggio e un’asta per microfoni spezzati. Un’escalation di persecuzioni e gesti deliranti che a maggio scorso sono culminati nel tentativo di entrare a forza in casa della ex che è riuscita a fuggire da un’amica e a dare l’allarme ai carabinieri.

In manette per stalking era così finito un 50enne di Mombaroccio, musicista, che si trova ancora agli arresti domiciliari col permesso di uscire solo per lavorare. Il caso è arrivato in Tribunale e l’imputato, difeso dall’avvocato Francesco Manisi, ha chiesto di patteggiare la pena. Il giudice ha rinviato la decisione alla prossima udienza. La vittima di quelle persecuzioni, una 42enne, si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Cristiana Cicerchia. Ha chiesto un risarcimento danni di circa 30mila euro. I due stavano insieme dal 2018 e dopo anni tra tira e molla, lei aveva deciso di chiudere definitivamente a gennaio 2022.

Ed è quello strappo che avrebbe mandato via di testa il 50enne. Vuole ricucire quella storia in ogni modo. Ci prova con le suppliche, ma, davanti al rifiuto deciso di lei, passa subito alle maniere forti e soprattutto da codice penale. La pedina, la cerca, le telefona, le invia quelle centinaia di mail (con insulti e minacce di ogni tipo tra cui "ti ammazzo a martellate, condoglianze perché ora crepi te") a cui lei risponde solo una volta pregando di smetterla. Poi un giorno lui si attacca al cellulare, suo e di sua madre, e le fa 20 telefonate anonime. Le invia messaggi a raffica: "Se ti becco con qualcuno non so se tornate a casa con le vostre gambe, non è una minaccia ma una promessa, te la faccio pagare cara". Ed ecco che ad aprile gira quel video e lo carica su youtube. Poi a maggio, l’ultimo atto: il tentativo di entrare in casa di lei. Scatta l’arresto. E tra poco, la parola passa al giudice.