Tifosi Fortitudo aggrediti a Pesaro, rubata sciarpa dell'Aquila

L'agguato in pieno centro prima del match contro Brescia per le Final eight di Coppa Italia. Il racconto di una testimone: "Ho visto tutto, ero sotto choc"

Corso XI settembre a Pesaro, dove i tifosi Fortitudo sono stati aggrediti (Fotoprint)

Corso XI settembre a Pesaro, dove i tifosi Fortitudo sono stati aggrediti (Fotoprint)

Pesaro, 15 febbraio 2020 - Una famiglia bolognese è stata rapinata ieri alle 17 a Pesaro, lungo il corso XI Settembre. Rapinati non di soldi, ma di una sciarpa. Quella con i colori della Fortitudo, che proprio ieri scendeva in campo per i quarti di finale di Coppa Italia contro il Brescia (e ha vinto).

AGGIORNAMENTO Sciarpa rapinata a tifosi Fortitudo, gli aggressori erano tre ultras della Vis Pesaro

A raccontare tutto è Marcella C., dipendente della sede centrale di Ubi banca pesarese, che al telefono dice: "Ero appena uscita dal lavoro, quando mi sono accorta che davanti al negozio Tezenis stava camminando questa famiglia: spiccava una sciarpa al collo del papà. Era tranquilla. Improvvisamente, però, si sono affiancati tre giovani con dei cappucci in testa, ma senza altre sciarpe addosso. Hanno spintonato la famiglia davanti a me e poi uno di questi sconosciuti ha dato un calcio in pancia all’uomo che non è caduto, pur barcollando. Un altro malvivente gli ha strappato via la sciarpa dal collo per poi fuggire. Io sono rimasta sotto choc".

Leggi anche La Fortitudo batte Brescia e vola in semifinaleFinal Eight Coppa Italia, risultati dei quarti e programma delle semifinali "Sono accorsa da questa famigliola – continua Marcella – ho chiesto loro se avevano avuto paura, ho fatto chiamare il 113 e poi qualcun altro ha avvisato i vigili. Ero preoccupata per quell’uomo preso a calci. Ha guardato fuggire via i suoi aggressori i quali hanno imboccato via Toschi Mosca. Pensavo di chiamare il 118, ma l’uomo mi ha detto di no, mi ha come tranquillizzato lui dicendo che rapinare sciarpe tra tifosi è normale, giustificando il gesto come una specie di bottino di guerra che tra opposte tifoserie ogni tanto si contendono. Mi sembrava di sognare: avevo ancora negli occhi l’aggressione a calci in pancia che aveva subìto quest’uomo che avevo davanti a me con la moglie e il figlio, presumo, e lui stesso mi stava confortando per quanto accaduto, come se la vittima fossi io. Non metto in dubbio che ho avuto molta paura per un’aggressione violenta e inaspettata avvenuta sotto i miei occhi, ma avere il conforto della vittima mi ha sorpreso non poco".