Pesaro, la Digos cerca i nomi di oltre quaranta tifosi

Rimini-Vis: la procura accusa 5 di loro di aver preparato lo scontro con i supporter locali

DISPIEGAMENTO DI FORZE Reparti antisommossa presidiavano lo stadio. Caschi e bastoni trovati nei pulmini degli ultras

DISPIEGAMENTO DI FORZE Reparti antisommossa presidiavano lo stadio. Caschi e bastoni trovati nei pulmini degli ultras

Pesaro, 10 gennaio 2019 - Sono cinque gli ultras della Vis Pesaro indagati per aver caricato nei pulmini della trasferta a Rimini mazze e caschi. Ma la Digos ne cerca altri 40, ossia tutti quelli che affollavano all’andata i cinque pulmini. Aver identificato intanto i conducenti è stato facile: i loro nomi figuravano nel contratto di noleggio dei mezzi con i quali hanno raggiunto lo stadio riminese, il 22 dicembre scorso, per assistere alla partita in trasferta della Vis. Che non ha registrato alcun incidente né fuori né dentro il campo. Il problema c’è stato al momento della ripartenza.

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La polizia, durante la gara, si era accorta che nel bagagliaio di alcuni pulmini dei pesaresi vi erano bastoni e caschi. Così gli agenti hanno atteso il ritorno dei passeggeri i quali però, alla vista della polizia, hanno preso la strada della stazione tornando a Pesaro in treno. Fino a quando dopo alcune ore i cinque titolari del contratto di noleggio sono tornati a prendere i mezzi accorgendosi che due erano stati sequestrati e gli altri tenuti d’occhio dagli agenti. I cinque conducenti sono stati sentiti subito informalmente e qualche giorno fa alcuni di loro hanno avuto l’informazione di garanzia da parte del sostituto procuratore Stefano Celli, il quale ipotizza per tutti il reato sulle violenze negli stadi, ossia «...chiunque, nei luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive, in quelli interessati alla sosta, al transito, o al trasporto di coloro che partecipano o assistono alle manifestazioni medesime o, comunque, nelle immediate adiacenze di essi, nelle ventiquattro ore precedenti o successive allo svolgimento della manifestazione sportiva, e a condizione che i fatti avvengano in relazione alla manifestazione sportiva stessa, è trovato in possesso di razzi, bengala, fuochi artificiali, petardi, strumenti per l’emissione di fumo o di gas visibile, bastoni, mazze, materiale imbrattante o inquinante, oggetti contundenti, o, comunque, atti ad offendere, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 1.000 a 5.000 euro».

Dice l’avvocato Mauro Mengucci, che tutela uno degli indagati: «Chiederò l’archiviazione delle accuse perché nei pulmini c’erano caschi di minorenni arrivati con i motorini al punto di partenza a Pesaro e le aste delle bandiere che non si possono portare allo stadio. Qual è il reato?».