Titolare di autolavaggio finisce in manette per caporalato

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L’accusa è di aver sfruttato i suoi due dipendenti, di averli fatti lavorare non negli orari stabiliti dalla legge e in condizioni igienico-sanitarie carenti. In manette per "caporalato" è finito l’altro ieri un 28enne egiziano titolare di un autolavaggio a Gabicce, che aveva avuto la stessa attività anche a Urbino.

Ieri mattina, dopo la convalida dell’arresto, il gip Giacomo Gasparini ha deciso di tenerlo in carcere accogliendo la richiesta della procura. L’operazione dei carabinieri del Nil (Nucleo ispettorato del lavoro che ha svolto le indagini) è scattata un paio di giorni fa. Quando sono entrati nell’autolavaggio, si sono trovati di fronte ai due dipendenti, anche loro di origini egiziane.

I militari gli hanno contestato di non rispettare gli orari di legge, costringendo i due lavoratori a fare straordinari e a prestare servizio anche nei giorni di riposo. Dalle verifiche è emerso che i dipendenti sono stati assunti con un contratto in regola e sono pagati 300 euro a settimana. Ma, secondo l’accusa, sarebbe stato il titolare a dettare i tempi di lavoro, ma in barba alle previsioni normative e alle tariffe del contratto collettivo.

Ieri l’indagato, difeso dall’avvocato Sonia Giulianelli del foro di Rimini, ha spiegato al giudice la sua verità: "In un lavoro come il mio, l’orario è flessibile. Nei giorni in cui piove non si lavora, ad esempio. Così si recupera in altri momenti. E quando ci sono molti clienti – ha proseguito il titolare accusato di caporalato – si continua finchè non si finisce".

Poi sul fatto che i dipendenti dormissero nell’autolavaggio, il 28enne ha detto che lui stesso abita lì e che sono stati i due lavoratori a chiedergli il permesso di poter stare con lui.

"Ho acconsentito con l’obiettivo di aiutarli – ha continuato il 28enne – dal momento che non avevano altri posti in cui andare. Io stesso sono stato ospite di un mio connazionale prima di venire a dormire nel mio autolavaggio. E comunque ora sto cercando un appartamento e porterò anche i miei dipendenti con me".

I carabinieri però gli hanno contestato anche di non tenere a regola d’arte il luogo di lavoro. "Accusano il mio assistito – ha spiegato il legale – di non tenere arieggiati i locali del suo autolavaggio. Ma soprattutto di fare lavorare in condizioni disumane i suoi dipendenti. Un’accusa che respingiamo con forza. Ribadisco che nell’autolavaggio ci dormiva lui stesso. Comunque dimostreremo la nostra verità nell’eventuale processo".

I prezzi che praticava il 28enne nella sua attività di Gabicce erano in effetti vantaggiosi: un lavaggio costava 13 euro. Meno rispetto a tanti altri della zona. Una tariffa che infatti ha attirato molto clienti. ma, alla fine, sono arrivati anche i carabinieri.

e. ros.