Manca poco alla fine di Arezzo-Vis Pesaro, partita di un torneo under 13. L’arbitro, Lorenzo Petrelli, 18 anni di Arezzo, fischia un calcio di rigore per i ragazzini di casa che lo segnano e vincono 2-1. Finisce la partita. Le squadra guadagnano il centro del campo per le premiazioni. Sembra tutto tranquillo e invece si scatena l’inferno. L’arbitro esce dagli spogliatoi gridando e chiedendo aiuto. E’ in evidente stato di choc e presenta segni di violenza in varie parti del corpo. I dirigenti della Vis accorrono assieme a quelli locali e avvisano i carabinieri e l’ambulanza. Il giovane arbitro viene soccorso dopo avere denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine che hanno avviato subito le indagini. Il quadro è chiaro. Il giovane arbitro ha subìto una brutale aggressione da parte di un genitore di un ragazzino di Pesaro. Un 45 residente a Pesaro che secondo la ricostruzione dei fatti poi trasmessi in Procura, dopo la partita è entrato nello spogliatoio, ha chiuso a chiave la porta, quindi ha iniziato a picchiare selvaggiamente il giovane arbitro, colpevole di avere dato un rigore che non c’era che ha provocato la sconfitta della squadra di suo figlio: calci, pugni, sediate, perfino un morso.
Una violenza brutale su un ragazzo appena maggiorenne che gli ha provocato ferite, comprese alcune fratture, guaribili in quaranta giorni. L’aggressore è stato poi identificato e fermato grazie all’ausilio delle telecamere e con l’aiuto di alcuni testimoni presenti allo stadio. Ora tutto è in mano ala Procura di Arezzo. Il 45enne dovrà rispondere di sequestro di persona e lesioni.
Unanime la condanna da parte delle due società. La Vis Pesaro ha disposto "l’immediata sospensione del genitore dall’accesso alle partite, fino a data da destinarsi. La violenza, verbale e fisica, non sarà mai tollerata all’interno delle nostre strutture. Tali azioni, inqualificabili e totalmente estranee ai valori dello sport e dell’educazione che la nostra società promuove da sempre, non trovano alcuna giustificazione e soprattutto non sono di esempio per i nostri giovani calciatori, ai quali ogni giorno insegniamo principi basati su lealtà, integrità e rispetto delle persone e delle regole".
"Sono allibito – dichiara il direttore del settore giovanile toscano Paolo Bertini – e non riesco a capacitarmi di come una giornata di festa, pensata per bambini di 12,13 anni al loro primo approccio con il calcio a 11, possa trasformarsi in un atto di violenza così grave. A nome del presidente Guglielmo Manzo e del direttore sportivo Nello Cutolo, esprimo la più totale solidarietà all’arbitro aggredito e alla sezione Aia di Arezzo". Anche il presidente del Comitato regionale toscano Lnd Paolo Mangini si è espresso: "Assolutamente inaccettabile, un gesto vile che nulla ha a che vedere con i valori dello sport, del rispetto e dell’educazione che il nostro sport vorrebbe e dovrebbe trasmettere".
Davide Eusebi