
Ermanno Torrico
Il dibattito sulla mancata apertura della biblioteca civica a partire dal nucleo già esistente, affrontato recentemente in consiglio comunale, torna ad emergere con una riflessione di Ermanno Torrico, già docente in ateneo. "Ho ascoltato con interesse la risposta dell’assessore alla cultura Ottaviani – scrive Torrico – all’interrogazione sulla biblioteca comunale. Una risposta insoddisfacente, tutta sulla difensiva, che potrebbe essere sintetizzata nel paradosso stravagante che “la Biblioteca civica già esiste, ma va ricostituita“. Ha quindi richiamato il “Patto per la lettura“ promosso dal Comune di Urbino e dall’Unione Montana dal 2018. Punto fondamentale: la realizzazione di una rete di soggetti pubblici e privati per promuovere la lettura in tutte le sue forme e farne un diritto accessibile a tutti. Un progetto che presuppone, sine qua non, lo strumento fondamentale di una biblioteca civica secondo quanto prevede il Manifesto Ifla-Unesco delle Biblioteche pubbliche del 1994, aggiornato nella versione del 2022, che proclama “la fiducia nella biblioteca pubblica come forza viva per l’educazione, la cultura, l’inclusione e l’informazione“. Un indirizzo fatto proprio da numerosi comuni italiani, dai più importanti e popolosi a quelli più piccoli e territorialmente isolati. Molto più onesto e comprensibile sarebbe stato dire, tanto più che le responsabilità non sono dell’attuale assessore, che la Biblioteca comunale Ubaldini è di fatto una biblioteca inesistente, chiusa da cinque anni per una infiltrazione d’acqua, costituita da circa tremila volumi in gran parte provenienti dal piccolo fondo della Pro Loco e ubicata in spazi a dir poco angusti e poco attrattivi a palazzo Boghi. Niente a che vedere con le caratteristiche di una vera biblioteca civica come suggerito dal Manifesto Ifla-Unesco, motivo non ultimo della esclusione della Ubaldini dal sistema informatico nazionale Opac Sbn e dalla Associazione Italiana Biblioteche (Aib). Insomma l’assessore Ottaviani richiama “l’esserci senza esistere“ di Agilulfo, il cavaliere inesistente di Italo Calvino, che si mostra dentro alla sua armatura impeccabile e splendente ma non sa rapportarsi con la realtà e per questo non se la toglie mai".
Conclude Torrico: "Faccio gli auguri di buon lavoro all’assessore e mi permetto di sollecitarla a risolvere anche il problema del prezioso lascito della biblioteca del professor Livio Sichirollo, a cui la nostra città deve molto, se non altro per aver contribuito con il Prg del 1964 a farla entrare nella modernità senza alterarne il legame con il passato e il suo straordinario patrimonio culturale".