Tre docenti no vax vincono ricorso in tribunale

Erano già tutti a casa per infortunio o impedimento. Respinto invece un quarto caso: la prof intendeva insegnare senza vaccinarsi

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Tre docenti no vax sospesi dal lavoro hanno fatto ricorso al Tribunale che gli ha dato ragione. Non solo: il giudice ha condannato il Ministero dell’Istruzione a mettere mano al portafoglio per pagare le mensilità saltate. Un quarto ricorso è stato respinto. La firma sulla decisione, emessa tre giorni fa, è del giudice del lavoro Maurizio Paganelli. Si tratta di quattro situazioni diverse, ma con un unico fil rouge: tutti i docenti, tre donne e un uomo, si erano rifiutati di fare il vaccino, nonostante l’obbligo per la loro categoria. Le rispettive scuole li avevano sospesi. E loro hanno fatto ricorso, difesi dall’avvocato Pia Perricci. I tre che si sono visti annullare il provvedimento, all’epoca dei fatti, non stavano insegnando. Una docente era a casa per un infortunio avvenuto proprio nel suo istituto, un altro era in malattia e la terza si trovava in congedo con la legge 104 per assistere un parente. Avevano deciso di non sottoporsi al siero anti Covid. E anche se non entravano più a scuola, si erano visti arrivare la sospensione. La quarta insegnante, invece, era operativa, ma non ha voluto saperne di fare il vaccino. E le è stata interdetta la cattedra. A lei il giudice Paganelli non ha dato ragione. Ha invece accolto gli altri tre ricorsi, annullando le sospensioni, e condannando "il Ministero al pagamento in loro favore dell’indennità dovuta per i periodi di congedo coincidenti con la sospensione del rapporto di lavoro in ragione dell’inadempimento dell’obbligo vaccinale". "Oggi, tutti e quattro sono di nuovo in cattedra, senza aver fatto il vaccino – spiega l’avvocato Perricci che si dice molto soddisfatta del risultato, "anche se ritengo che l’obbligo vaccinale così come imposto a tutti i lavoratori, sia del tutto illegittimo. In questi tre casi si trattava di docenti che erano in infortunio, malattia eo congedo e nonostante questo, gli stessi sono stati sospesi con privazione dello stipendio. Abbiamo cercato un colloquio con le amministrazioni ma non c’è stata disponibilità all’ascolto. La norma infatti prevedeva che per lo svolgimento dell’attività vi fosse l’obbligo vaccinale e pertanto per logica, chi non svolgeva alcuna attività lavorativa in quanto in malattia, in congedo, oppure in infortunio non poteva e non doveva essere sottoposto ad obbligo vaccinale".

e. ros.