NICOLA PETRICCA
Cronaca

Treni, "per la Fano-Urbino ridateci le vecchie motrici"

L’associazione Ferrovia Valle Metauro: "La ALn668 nella Fabriano-Pergola. La Regione pensa anche ai nostri territori interni, speriamo ci siano sviluppi".

L’associazione Ferrovia Valle Metauro: "La ALn668 nella Fabriano-Pergola. La Regione pensa anche ai nostri territori interni, speriamo ci siano sviluppi".

L’associazione Ferrovia Valle Metauro: "La ALn668 nella Fabriano-Pergola. La Regione pensa anche ai nostri territori interni, speriamo ci siano sviluppi".

Il ritorno delle automotrici ALn668 lungo la ferrovia Fabriano - Pergola è un esempio del principio di sostenibilità e "sembra un ritorno alla normalità, come se gli errori del passato non fossero stati commessi". Lo sostiene l’associazione Ferrovia Valle Metauro, che da un quarto di secolo si batte per la riattivazione della tratta Fano - Urbino. Mercoledì, nel veder viaggiare nuovamente dopo tanti anni le due automotrici sulle linee secondarie della provincia, i membri di Fvm hanno vissuto "un vero déja-vù", che dà speranza anche nell’ottica di un ripristino della linea che serviva la città ducale e l’entroterra, dismessa nel 1987.

"Le automotrici ALn668 non sono più alimentate a gasolio ma a BioGnl (gas naturale liquido) grazie a un progetto nato da un memorandum d’intesa tra Fondazione Fs, Snam e Hitachi Rail, con l’obiettivo di convertire parte della flotta storica e turistica – spiega l’associazione –. Entreranno in servizio turistico sulla Sulmona – Carpinone e sulla Fabriano – Pergola. È l’attuazione del principio della sostenibilità: riutilizzare l’esistente, riducendo le emissioni di Co2 dell’80%. Sembra un ritorno alla normalità, come se Urbino potesse essere raggiunta in treno da turisti e studenti e i paesi della valle del Metauro potessero ancora avere il privilegio del principale mezzo di trasporto pubblico, con cui raggiungere Pesaro e Fano e per trovare le coincidenze con i treni veloci".

Secondo Fvm, questi treni risalenti agli anni ‘80, che sostituirono quelli a vapore e trasportarono generazioni di italiani sulle linee minori, dovrebbero far riflettere: "Solo chi ha avuto la lungimiranza di comprendere l’importanza di appartenere al “sistema ferroviario“ del Paese e le ha mantenute in esercizio si è trovato favorito. Invece, sulla Fano – Urbino, mantenere i treni fu considerato uno spreco, una cosa inutile. La vera scelta scellerata fu abbandonare la ferrovia illudendosi che, rimanendo solo con il trasporto pubblico o privato su strada, non ci sarebbero state conseguenze, mentre gli effetti si stanno facendo sempre più sentire, perché le persone che vogliono usare il treno sono sempre di più. Per ora la ferrovia Fano – Urbino è inserita nella pianificazione regionale, finalmente di qualità, che pensa anche ai territori interni e mira in alto. A bordo della ALn668 c’erano alte autorità regionali e della Fondazione FS, consapevoli e attente al tema dei trasporti e della conservazione del patrimonio storico e infrastrutturale, coscienti che il percorso sarà lungo e difficile. Un viaggio cosparso di insidie, ostruzionismi ideologici, tecnici, burocratici e dal colpevole disinteresse della popolazione, ma questo treno tornato sulla linea restituisce la normalità a un territorio e la sua popolazione è in grado di capire che questo sia solo un tratto di un disegno molto più ampio. Intanto, apprezziamo il viaggio di queste splendide automotrici, dotate di una moderna alimentazione green, sperando che almeno questa volta le argomentazioni sul tema emissioni siano oggettivamente escluse".

n. p.