Treni, poche le fermate E per Roma è un’odissea

Viaggiatori fanesi sempre più penalizzati nel trasporto su rotaie. E tra i nostri parlamentari c’è chi preferisce raggiungere la capitale in auto

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In questi giorni si parla tanto della tratta ferroviaria Fano-Urbino. Ma forse occorrerebbe accendere i riflettori un po’ anche sulla linea Adriatica, che vede i viaggiatori fanesi sempre più penalizzati da un trasporto su rotaie che per far quadrare i conti elimina sempre più fermate nella terza città delle Marche. "Su Fano il traffico Nazionale è ridotto a causa del Covid - riferiscono da Ferrovie dello Stato -, mentre sono attivi al 100% i Regionali: 50 treni giornalieri equamente divisi in direzione nord e sud". Zero Frecce, zero Intercity anche per seguire i dettami degli ultimi Dpcm. Ma è ormai atavico ed incancrenito il problema della riduzione del traffico alla stazione di Fano.

Lo sanno bene i pendolari. Soprattutto gli onorevoli fanesi alle prese con il collegamento tra le due coste più importante da sempre: Fano Roma. L’avevano capita secoli fa i romani, che per questo hanno costruito la Flaminia, l’importanza di legare queste due città. E dovrebbero riscoprirlo anche i governanti d’oggi. Perché è un’odissea ferroviaria quella che devono affrontare i fanesi che vogliono andare nella capitale, tanto più nella via del ritorno che offre ancor meno possibilità che l’andata. Un problema, questo, che paradossalmente a Roma torna ad unire le forze politiche giallo blu, persino quelle fanesi che tra loro non sono mai state alleate, ma su questo argomento si trovano d’accordo: "per i Freccia occorre assolutamente tornare a proporre a Trenitalia un’alternanza di fermate tra le città di Pesaro e Fano". Lo dicono sia l’onorevole Luca Rodolfo Paolini (Lega) che la senatrice Rossella Accoto (Movimento 5 Stelle). "Da quando c’è il Covid a Roma vado in macchina - sottolinea Paolini - perché i collegamenti sono pessimi e le linee poche. C’è una ferrovia sola, da tanti anni si parla di raddoppio, ma fino ad Orte c’è solo un binario. Al di là di questo problema, forse le corse tutto sommato sono sufficienti perché non c’è tutto sto traffico. Ma non c’è traffico perché non c’è tanta frequenza di corse". Un cane che si morde la coda. "Continuerò ad andare in macchina anche dopo il Covid - dice Paolini - perché il problema più che altro è al ritorno. L’ultimo treno da Roma è verso le 21, arriva a Falconara a mezzanotte circa. Poi il primo treno per Fano è alle 4. Quando andavo in treno comunque arrivavo in macchina fino a Iesi… altrimenti il viaggio non finisce mai". La senatrice Accoto, per ovviare a questo inconveniente, passa addirittura da Bologna per recarsi a Roma in treno. "Sono in treno proprio ora - ci ha risposto ieri al telefono -. Per comodità di orari, anche se impiego di più, prendo il Frecciarossa da Bologna. Le alternative sono il Frecciabianca da Pesaro (ma ce n’è uno al mattino per andare e per il ritorno l’unico che ferma lì parte da Roma alle 17.25) o in alternativa il regionale per Falconara. Nella tratta Fano Roma ci sono i soliti problemi che ci portiamo dietro da anni. La frana ha aggiunto problemi a problemi già esistenti. Le infrastrutture sono quello che sono: è un tratto difficile se non si pensa ad una nuova progettazione". Le fermate a Fano? "Il problema è che Pesaro è troppo vicina per pensare a due fermate dei Freccia - conclude - l’unica soluzione è alternare le fermate. Una proposta che è stata fatta anche in passato. Proviamo a rifarla! In più c’è la questione della sicurezza della stazione di Fano, che andrebbe ingrandita, soprattutto i marciapiedi".

Tiziana Petrelli