Bullismo a Pesaro: "Abbiamo paura di essere aggrediti"

La reazione degli studenti dopo il pestaggio: "Le telecamere presenti, perchè non funzionano? Sarebbero un bel deterrente"

Bullismo a Pesaro

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Un doppio pestaggio, all’ora di ricreazione, attorno alle scuole del Campus – fatto da un gruppo di 17enni ai danni di un sedicenne (studente del Benelli) e di un diciannovenne (liceale del Marconi) impressiona gli studenti pesaresi.

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Che il tutto nasca da un debito di droga – il diciannovenne non avrebbe pagato cento euro di hashish alla banda di 17enni picchiatori – cade in secondo piano agli occhi degli adolescenti. A preoccupare i ragazzi, riguardo a quanto accaduto, sono le botte: date sotto i portici della scuola, senza alcuna inibizione per la possibile presenza degli adulti e date come se fosse una cosa normale. Il disagio sentito dai ragazzi è reso evidente perché pur partecipando all’intervista, nessuno ha voluto che fosse rivelato nome e cognome, tantomeno la foto.

"La ragione è semplice – ci spiega una ragazza –. In giro ci sono teste calde e nessuno vuole averci a che fare. Non sono studenti del Campus. Bivaccano però spesso fuori il bar: sono più grandi di noi, ma sotto i 20 anni. Come ci difendiamo? Non frequentandoli ed evitandoli il più possibile. Non è che possiamo fargli cambiare idea noi, a parole", dice disincantata. "Quando l’ho letto mi sono spaventata – racconta Chiara, una ragazza di quarta superiore al liceo Marconi –. All’inizio di questa storia non si sapeva né del debito di droga e nemmeno chi fossero i picchiatori. Ho avuto paura perché con questa incertezza, ho pensato potesse accadere a chiunque. Magari può succedere – ho pensato – ad un mio amico. Poi continuando a leggere l’evoluzione delle indagini, ho capito che il gruppo di ragazzotti ha picchiato il nostro compagno di scuola perché lui aveva un debito di 100 euro: non gli avrebbe pagato l’hashish. La situazione non è meglio, ma la paura si è ridimensionata: se non frequenti brutti giri, certe cose non ti accadono. Però non è che le cose migliorano: prendere a botte un coetaneo per ragioni di soldi, rischiando di fargli molto male è folle. Insomma questa storia non mi piace per niente". Chiara poi fa spallucce. "Certo che in generale le cose non vanno un gran che bene – osserva –: un mese fa girava il video di due ragazze che si sono prese a botte per un ragazzo. Direi che una regolata generale andrebbe data".

Per i rappresentanti d’Istituto del Benelli, l’azione da fare è chiara: "Per noi la sicurezza va potenziata con l’impianto di telecamere sempre accese. Attualmente quelle presenti al Campus non sono funzionanti. Siamo convinti che farebbero da deterrente ai malintenzionati. La scuola non può essere un teatro di violenza. Ogni giorno veniamo a scuola per crescere nella conoscenza, ma anche nelle esperienze di vita. Ma non è giusto venire con il timore e la paura di essere aggrediti. Chi ha la possibilità di fare qualcosa per migliorare la situzione lo faccia al più presto: episodi così non devono avvenire più in futuro". Ai ragazzi, rappresentanti di istituto del liceo Marconi "dispiace sentire in generale di fatti come questi – dicono –. Ma dispiace soprattutto quando si parla di scuola: dovrebbe essere un luogo sicuro dove andare ad imparare e divertirsi a socializzare. Siamo consapevoli che queste cose purtroppo esistono nella nostra città. Ma capire che la scuola non è un porto franco fa male".