SIMONA SPAGNOLI
Cronaca

Troppi morti, pochi contratti alle badanti

In provincia le nuove assunzioni aumentate solo del 2%, al fronte di un 58% in Italia: ma oltre ai decessi, pesano altri fattori. I dati Caf-Cgil

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di Simona Spagnoli

Non c’è stato il boom di assunzioni di lavoratori domestici durante il lockdown, quello che a livello nazionale nel mese di marzo ha determinato un aumento dei contratti pari al 58,5% rispetto al 2019. In provincia di provincia di Pesaro-Urbino le nuove assunzioni sono aumentate solo del 2 per cento dell’anno precedente. Un dato in controtendenza rispetto a quanto emerge dal secondo Rapporto annuale sul lavoro domestico 2020 dell’Osservatorio Domina (Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico). Nel nostro territorio, rispetto al dato nazionale, i contratti di lavoro per colf, badanti, baby-sitter hanno avuto un incremento modestissimo che tutt’al più ha compensato il dato fisiologico delle cessazioni.

"Dai dati che rileviamo nei nostri servizi – afferma la responsabile dei 15 centri di aiuto fiscale (Caf) della Cigl Pesaro-Urbino, Laura Aiudi, dove passa una larga fetta dei contratti di questi lavoratori –possiamo dire che il settore ha tenuto, ma non è cresciuto".

Uno dei motivi della mancata crescita dei contratti è sicuramente legato all’aumento dei decessi legati al Covid, 505 in più in un anno solo nel comune di Pesaro e quasi 700 in più in provincia. "Non a caso sono aumentate specularmente le pratiche di successione – rileva la responsabile – Ma ci sono altre spiegazioni: c’era paura a tenere in casa una persona che non fosse della famiglia, mi riferisco soprattutto a bandati a ore e colf. Ma è accaduto anche il contrario, che i lavoratori non conviventi abbiano rinunciato al posto per la paura del contagio. Infine abbiamo avuto lavoratrici che erano in ferie nel loro paese d’origine, ma non sono riuscite a rientrare in Italia per la pandemia".

Solo negli ultimi mesi dell’anno le cessazioni sono state compensate con le nuove assunzioni, che sono state 125 contro le 114 del 2019. La pandemia ha annullato anche l’effetto benefico della sanatoria per l’emersione dei rapporti di lavoro irregolare domestico e di assistenza alla persona: appena 80 le domande, e solo 25 si sono concluse positivamente.

In compenso, l’emergenza sanitaria ha fatto lavorare moltissimo i patronati: "Da marzo l’attività è cresciuta in modo esponenziale soprattutto grazie ai bonus: abbiamo formalizzato 432 bonus ristori, 997 bonus del decreto Cura-italia, 230 per il lavoro domestico, 702 per le baby sitter, 283bonus del decreto Rilancio, 70% dei erano relativi al turismo". E nei primi venti giorni di gennaio si registra anche un aumento di pratiche Isee: "C’è una maggiore richiesta di prestazioni assistenziali che ci fa pensare che, all’aumentare dei bisogni, corrisponda anche un aumento della povertà"