Trovate, invenzioni, ambiguità: "Ma tutto nel rispetto della musica"

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Un fuoco di fila di trovate, invenzioni, ambiguità. Non è facile per nessuno dirigere un allestimento pieno di cose come quello firmato da Hugo De Ana per Le Comte Ory senza far soccombere la musica. Ma, a giudicare dal gradimento del pubblico alla generale Diego Matheuz sembra essere riuscito perfettamente nel compito. Il direttore d’orchestra e violinista venezuelano alla guida della Sinfonica della Rai e del Coro del Teatro Ventidio Basso sul podio dell’opera non ha solo diretto il traffico ma ha dato alla partitura tutto il respiro che merita.

Diego Matheuz che difficoltà ha incontrato nel dirigere questo Comte Ory?

"Diciamo che un’opera molto ricca e piena di trovate. Per fortuna con una grande orchestra e con un coro così solido è stato tutto più semplice".

Non sminuisca però il suo ruolo…

"Direi che c’è stato un grande lavoro dietro ad un allestimento così pieno di elementi scenici e devo dire che a questo risultato di equilibrio hanno contribuito molte persone. Non solo io ovviamente".

Cosa pensa di regie così impegnative, non pensa che finiscano per distogliere dalla musica?

"Penso che le regie in un’opera debbano sempre essere funzionali alla musica. Mai il contrario e soprattutto in un festival come quello di Pesaro".

E con De Ana è andata così?

"Esattamente. Era una regia piena di cose, è vero, ma rispettosa della musica ma lui aveva chiaro in testa quello che voleva, sin dall’inizio. E questo agevola molto il lavoro di un direttore".

Ci sono stati dei tagli alla partitura?

"Ma scherza? Non a Pesaro, qui si fa tutto in maniera filologica".

Due esordi a Pesaro la Fuchs e la Kataeva

"Con loro è stato un piacere lavorare; si tratta di due cantanti strepitose. Tenetele d’occhio".

Adina e Le Comte Ory. Cosa le piacerebbe dirigere a Pesaro?

"La prima partitura che Bruno Cagli mi donò facendomi conoscere Rossini: Il Viaggio a Reims".

C.Sal.