Pesaro, truffa dei contratti energia. Falsifica firma di un morto

Dipendente di ‘Heracomm’ denunciato per truffa e falso. Aveva fotografato bolletta col nome del defunto marito di una 86enne

Truffa

Truffa

Pesaro, 22 gennaio 2020 - Sul contratto c’è la firma del marito. Dal 1 novembre scorso la bolletta arriva a suo nome. Peccato solo che lui sia morto 4 anni fa. È la vicenda che vede protagonista una pensionata pesarese di 86 anni che ha denunciato per truffa un dipendente di Hera, P.S., uno di quegli operatori che vendono contratti porta a porta. La donna (assistita dall’avvocato Arturo Pardi) ha raccontato di essere stata raggirata da quell’uomo, il quale, dopo essere riuscito a farsi dare la carta di identità del coniuge defunto, ha falsificato la firma sui documenti per il passaggio da Enel a Heracomm. Nonostante l’età e la fragilità fisica, l’anziana si è però accorta della truffa. E, con il suo legale, ha inviato una diffida ad Hera perché faccia a pezzi quel contratto e le riattivi il rapporto con Enel. Diffida che non ha dato esito, nonostante l’impegno scritto della società. Intanto la denuncia-querela della donna contro il dipendente di Hera è finita sul tavolo della Procura di Pesaro.

Tutto comincia il 13 settembre 2019, quando a casa della vedova bussa P.S.. Quello che succede da quando apre la porta è il contenuto della denuncia. Quell’uomo sconosciuto non si qualifica. Le chiede di vedere la bolletta. L’86enne si preoccupa. Pensa che le vogliano staccare l’energia elettrica. Aveva già la bolletta sul camino perché era vicina alla scadenza. L’uomo le chiede anche un documento del marito a cui risultava intestata l’utenza. Lei lo avvisa subito che il coniuge è morto. E che lei non avrebbe firmato nulla. Intanto si era convinta che fosse uno dell’Enel venuto per fare delle verifiche. Così gli mostra il documento del marito. Nota che l’uomo fotografa in fretta la carta di identità e ne trascrive i dati assieme a quelli della bolletta su un foglio di cui non le rilascia copia. Poi si dilegua.

Tempo 15 giorni, la vedova si vede recapitare una busta di Heracomm che le dà il benvenuto tra i clienti. Ma lei non aveva firmato nulla. E tantomeno il marito defunto. Chiama il figlio che si rivolge al funzionario di Hera. Il quale assicura che straccerà il loro contratto e riattiverà quello vecchio con Enel. Ma poco dopo il figlio si vede recapitare un sms in cui c’è scritto che la madre sarebbe passata a Hera. Chiede allora di avere copia del contratto. E lì vede la firma del padre, sia sulla pratica di cessazione con Enel che su quella di attivazione con Hera. Risale anche al nome del dipendente. Scatta la denuncia contro di lui. Hera condanna il comportamento del dipendente e assicura verifiche. Dice che non chiederà il pagamento dei consumi effettuati dal 1 novembre al 1 dicembre. Ma ancora non avrebbe esaudito la richiesta principale: stracciare quel contratto falso.