Pesaro, 'guaritrici' in fuga con un tesoro. La truffa: "In quei gioielli c’è il diavolo"

Hanno convinto madre e figlia che i loro ori erano la causa delle malattie: "Vanno bruciati". Si sono impossessate di preziosi per centomila euro: due donne a processo per truffa

Le vittime hanno consegnato i gioielli alle truffatrici

Le vittime hanno consegnato i gioielli alle truffatrici

Pesaro, 26 maggio 2022 - Hanno consegnato anche le fedi nuziali, ormai convinte che lì c’era il diavolo. Come nel resto dei loro gioielli. Oltre 100mila euro di ori e monili che hanno messo nelle mani di due sedicenti guaritrici per farli bruciare. Perché, gli era stato assicurato, solo trasformando quel metallo prezioso in cenere sarebbero finalmente guarite. Peccato però che, alla fine, sono spariti solo gli ori, mentre le malattie sono rimaste. Il danno e la beffa per due pesaresi, madre e figlia, di 80 e 50 anni, che quando hanno capito di essere state raggirate, hanno sporto querela contro le due ex amiche che avrebbero millantato poteri paranormali.

Così ieri, le presunte guaritrici sono state rinviate a giudizio dal giudice Francesco Messina per truffa aggravata per aver ingenerato nelle persone offese il timore di un pericolo immaginario e per aver cagionato un danno di rilevante gravità.

Le imputate si chiamano Cinzia Scomparin, di 47 anni, originaria di San Donà del Piave, e Vania Berton, di 53 anni, di Jesolo. Non erano presenti in aula ieri mattina. C’era invece una delle due raggirate, la più anziana, che si è costituita parte civile, insieme con la figlia, assistita dall’avvocato Elisabetta Rovinelli.

I fatti risalgono a diversi mesi fa. Le due venete, che per un periodo avrebbero abitato in città perché una era fidanzata con un uomo del posto, avevano conosciuto madre e figlia pesaresi, due donne benestanti, che soffrivano da tempo di alcuni disturbi fisici. Il legame tra le quattro si fa di giorno in giorno più stretto. Finché le venete avrebbero dichiarato di essere delle guaritrici e di sentire che i loro mali dipendevano dai loro ori. "Sono ori maledetti, dovete bruciarli se volete guarire" avrebbero detto alle pesaresi. E, come raccontato dalle vittime, in qualche modo glielo avrebbero dimostrato. Le due donne sono convinte di essere state anche drogate con sostanze allucinogene. In una delle varie sedute, le sedicenti curatrici avrebbero detto che una collana era in realtà un serpente. E le vittime avrebbero visto il filo d’oro muoversi come una biscia.

Alla fine, le hanno convinte che loro avrebbero dovuto presiedere il falò dell’oro che le avrebbe salvate dal male. Così hanno consegnato tutti i gioielli. Nel frattempo sono sparite anche le guaritrici. Quando madre e figlia hanno riferito quello che era successo ad alcuni parenti, è scattata la denuncia. Ieri il loro difensore ha chiesto un risarcimento danni, economico e morale, di 180mila euro.