Turismo e Iat, le Pro loco vogliono contare

Sottoscritto con l’Università di Urbino un accordo che porterà i laureati ad impegnarsi nel territorio per migliorare l’accoglienza

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Si fa presto a parlare di turismo e accoglienza, ma chi lo insegna, dove si apprende, come si può migliorare anche a Urbino? E’ un pensiero che ha riunito allo stesso tavolo l’Università di Urbino e il Comitato provinciale dell’Unione delle Pro Loco per spingere gli studenti verso percorsi formativi legati al turismo. E’ stato sottoscritto un protocollo d’intesa, di durata triennale e rinnovabile, che porterà studenti e studentesse a svolgere attività pre e post laurea nelle sedi delle Pro Loco locali, lavorando in punti d’accoglienza turistica multilingue e all’organizzazione e gestione di eventi. Due sono gli obiettivi: creare personale formato e competente e alimentare l’interesse verso il patrimonio locale.

"L’Università ha una Terza missione che racchiude attività portate avanti assieme al territorio di riferimento, con l’obiettivo di avviare iniziative in cui si trovi anche un completamento di formazione e ricerca - spiega il magnifico rettore, Giorgio Calcagnini -. In questo senso, le Pro Loco hanno degli scopi in comune con noi. Con il protocollo vogliamo creare un insieme di relazioni tra persone che collaborino al fine di innalzare il benessere e le condizioni di vita del territorio, spingendo i giovani a formarsi e gli imprenditori a investire".

Il prorettore alla Terza missione, Fabio Musso, spiega che da tempo l’Ateneo "si muove per creare una ricaduta positiva sul territorio e avere qualcuno che riconosce il nostro ruolo è una soddisfazione. Quest’operazione è importante perché avere un coordinamento che metta insieme problemi da risolvere e progetti da portare avanti, rispettando le specificità dei territori, è utile al miglioramento di tutte le attività. Così potremo anche approntare strumenti di analisi per migliorare le attività delle Pro Loco".

Alla firma, per il Comitato provinciale dell’Unpli c’era il presidente Damiano Bartocetti: "Essere qui vuol dire che vogliamo lavorare alla professionalizzazione dei nostri volontari - spiega -. Oggi tutti vogliono promuovere, ma nessuno pensa ad accogliere: un’ottima accoglienza è anche una buona promozione perché, se facciamo stare bene i turisti, faranno passaparola. Per questo, insieme alla Regione, stiamo lavorando a una legge che ci permetta di operare nei punti Iat e che crei omogeneità in tutte le Marche, mettendoli in rete. Questo si può fare solo con le Pro Loco, anche perché gli Iat devono rimanere in mano pubblica. Perciò abbiamo chiesto aiuto a Uniurb, per formare le professionalità".

Nicola Petricca