GIOVANNI VOLPONI
Cronaca

Turista americana ritrova a Urbino un quadro del suo antenato del Seicento: “Lacrime di gioia” / Video

Grande emozione per la donna che, col marito in visita in Italia, ha casualmente trovato all’interno del Palazzo Ducale, sede della Galleria Nazionale delle Marche, il dipinto dell'avo Ventura Mazza, allievo del grande Federico Barocci

Turista americana ritrova a Urbino un quadro del suo antenato del Seicento: “Lacrime di gioia” / Video

Urbino, 23 aprile 2025 - Una storia emozionante, una specie di ‘Carramba che sorpresa’ con un parente sì dell’altra parte del mondo, ma non in carne ed ossa, bensì un dipinto su tela del Seicento. È la vicenda accaduta oggi a Urbino, all’interno del Palazzo Ducale, sede della Galleria Nazionale delle Marche, dove una signora americana, Maria Theresa Siclare, proveniente dal Connecticut (Stati Uniti), accompagnata dal marito, entrambi in viaggio in Italia, ha ritrovato emozionandosi non poco un grande dipinto realizzato dal suo avo pittore Ventura Mazza, che lei sapeva essere suo antenato ma di cui non aveva trovato finora opere.

La signora Maria Theresa accanto al quadro dipinto dall'antenato Ventura Mazza
La signora Maria Theresa accanto al quadro dipinto dall'antenato Ventura Mazza

Maria, insieme al marito Will, non è la prima volta che viene in Italia, ma solo recentemente ha svolto una lunga e approfondita ricerca genealogica che l’ha portata a scoprire un avo pittore: “Ho scoperto che i miei antenati erano di Cantiano, piccolo borgo vicino a Urbino; qui secoli fa, nacque il mio ‘settimo bisnonno’, l’artista Ventura Mazza, pittore e allievo del grande Federico Barocci. Oggi, visitando la Galleria assieme a mio marito, abbiamo chiesto se per caso vi erano opere di Mazza esposte, e abbiamo scoperto che da non molto è stata esposta, al secondo piano, una sua opera che non avevo mai visto. Sentivo che qui c’era una parte di me… e oggi, vedendo quest’opera, l’ho trovata".

“È stato un tuffo al cuore vedere a pochi centimetri qualcosa che fa parte della storia della mia famiglia”, ha concluso Maria con gli occhi lucidi. Il pittore Mazza, in pratica, sarebbe un avo di Maria Theresa risalente a 9 generazioni prima di lei. L’Ecce Homo conservato a Urbino, d’altro canto, è un dipinto unico nel suo genere: iniziato da Barocci, che ne realizzò il cartone e dipinse i piedi del Cristo prima della sua morte, fu completato da Ventura Mazza, suo allievo e nostro protagonista. Il risultato? Un’opera che vibra di bellezza e continuità, dove maestro e discepolo si incontrano sulla stessa tela. Lo storico Bellori racconta che Barocci ricevette 50 ducati come caparra per l’opera. Altri 50 furono poi destinati al Mazza, che con cura e dedizione ne concluse la visione. La tela, datata 1612-1623, originaria di una antica chiesetta urbinate, requisita in età napoleonica, giunse fino a Milano e solo da un paio di anni è custodita a Urbino, grazie a un progetto ministeriale: ecco perché Maria non aveva mai potuto vederla.