ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Pesaro, uccise Anastasiia con 29 coltellate: condannato all’ergastolo il marito

Nessuno sconto, neanche le attenuanti generiche, per l’egiziano Moustafa Alashri, 43 anni. I giudici gli tolgono la potestà genitoriale: il figlio della coppia ora vive in Ucraina con i nonni

Moustafa Alashri, 43 anni egiziano, il 13 novembre 2022 uccise la moglie Anastasiia Alashri con 29 coltellate. Condannato all'ergastolo (foto Toni)

Moustafa Alashri a terra dopo il verdetto: l’egiziano si è accasciato due volte (fotoservizio Luca Toni)

Pesaro, 23 ottobre 2024 – Condannato all’ergastolo per aver ammazzato la moglie con 29 coltellate. Moustafa Alashri, egiziano di 43 anni, ha ascoltato la sentenza di condanna letta dalla presidente del tribunale Lorena Mussoni, con la testa tra le mani e, all’uscita dall’aula, le gambe lo hanno tradito due volte.

Moustafa Alashri a terra dopo il verdetto: l’egiziano si è accasciato due volte (fotoservizio Luca Toni)
Moustafa Alashri a terra dopo il verdetto: l’egiziano si è accasciato due volte (fotoservizio Luca Toni)

Prima si è accasciato al suolo in Corte d’Assise, mentre gli agenti della penitenziaria lo accompagnavano verso l’uscita e poi, qualche passo più in là, nell’atrio del tribunale. “Forza Alashri, alzati. Ti fai male così, è peggio”. E’ stata l’esortazione degli agenti e del proprio avvocato nei confronti del 43enne che si è ripiegato a terra su se stesso senza dire una parola.

La vicenda

Era il 13 novembre 2022. Moustafa Alashri ha ucciso la moglie Anastasiia, ucraina di 20 anni più giovane, nel proprio appartamento di Fano e ieri la Corte d’Assise lo ha condannato al massimo della pena riconoscendogli l’aggravante di aver ammazzato la donna che aveva sposato e di averlo fatto nel contesto di maltrattamenti in famiglia. Secondo la Corte, che si è pronunciata ieri dopo circa 5 ore di camera di consiglio, Alashri è colpevole anche per non aver adempiuto in precedenza all’obbligo di mantenimento e per aver occultato il cadavere di Anastasiia infilandolo in un trolley. Caricò poi quel macabro bagaglio nel furgone della pasticceria per cui lavorava e, dopo aver terminato il proprio giro di consegne, gettò la valigia in un dirupo, in prossimità di un ristorante di Villa Giulia.

A destra, la giudice Lorena Mussoni legge la sentenza
A destra, la giudice Lorena Mussoni legge la sentenza

Il figlio adottato dai nonni

Moustafa Alashri e Anastasiia, due anni prima dell’omicidio, erano diventati genitori ma di quel bimbo, che ora vive in Ucraina adottato dai nonni materni, ad Alashri, difeso dall’avvocato Simone Ciro Giordano, è stata tolta ieri anche la potestà genitoriale. La famiglia Alashri era arrivata a Fano dall’Ucraina, per fuggire ai pericoli della guerra.

Dalle ricostruzioni emerse durante le indagini condotte dai carabinieri e coordinate dal pm Marino Cerioni, però, è emerso che Anastasiia viveva una situazione familiare che era diventata per lei insostenibile. La donna, infatti, voleva separarsi e aveva denunciato i maltrattamenti del marito. Il bimbo e i genitori di Anastasiia si sono costituiti parte civile assistiti, rispettivamente dagli avvocati Roberta Giuliacci e Giuseppe Giangrande. Nei confronti del bambino è stato riconosciuto un risarcimento di 300mila euro.

L’avvocato di Alashri

“Il fatto che non siano state riconosciute le attenuanti mi lascia perplesso”, è stato il commento del difensore di Alashri, Simone Ciro Giordano che, durante la discussione, aveva chiesto l’assoluzione per aver commesso il fatto per legittima difesa e, in subordine, aveva delineato l’ipotesi dell’eccesso colposo di legittima difesa putativa. “Valuteremo le motivazioni della sentenza – la conclusione del legale – poi presenteremo ricorso in appello”.