Uccise la moglie per gelosia con 12 fendenti: 80enne a processo a soli 5 mesi dal delitto

Vito Cangini accecato dall’ira perchè la donna gli aveva detto no a letto. Lui allora prese un coltello da cucina e la colpì a morte

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di Roberto Damiani

Erano già a letto. La moglie lo ha guardato e poi si è girata per dormire. Due minuti dopo, lui l’ha uccisa con 12 coltellate al petto perché ha capito che non voleva avere un rapporto sessuale. Vito Cangini, 80 anni, ex emigrante, con la casa a Gradara, aveva programmato da tempo quella parentesi di sesso prendendo anche il viagra. Era la notte tra il 25 e il 26 dicembre scorso. Ora il sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Narbone ha chiuso l’inchiesta sull’omicidio di Natalia Kyrychoc, 60 anni, ucraina, cuoca in un ristorante di Misano, chiedendo al gip di fissare il processo immediato contro Vito Cangini, cioè bypassando l’udienza preliminare. Da quanto si è appreso, l’udienza in Corte d’Assise a Pesaro dovrebbe aprirsi il 18 maggio prossimo o al massimo il 25.

L’anziano omicida nel frattempo è in cella a Pesaro, e non ha mai negato o rimosso i motivi che lo hanno spinto all’omicidio della moglie Natalia, sposata 17 anni prima: "Lei non voleva più fare l’amore con me perché aveva un altro". L’ossessione del tradimento non lo mai abbandonato negli ultimi mesi, pur non avendo prove, ma solo sospetti. L’indagine ha permesso di ricostruire ciò che è accaduto in quella camera da letto, con Natalia che torna a casa intorno a mezzanotte dopo aver lavorato al ristorante di Misano, va in bagno, si prepara per dormire e poi entra nel letto vedendo che il marito ha gli occhi chiusi. Forse pensa che stia dormendo. Non è così. Finge, aspettando che la moglie lo svegli come accecata dal desiderio di lui. Invece lei si mette a dormire. Allora scatta il raptus oppure il piano prestabilito: ucciderla in caso di rifiuto dopo una presunta promessa di un rapporto sessuale fatta qualche giorno prima. E Cangini non ha bisogno di sentire altro, essendo convinto che la moglie lo tradisca da tempo. Va in cucina, prende un coltello, torna in camera e le sferra una coltellata che la ferisce ad un braccio e una seconda di striscio alla schiena. La donna si alza di scatto, il letto si riempie di sangue, Natalia cerca di fuggire dalla camera, afferra la lama con le mani ma si ferisce senza riuscire a disarmare il marito. Allora tenta la fuga, ma cade, incespicando sulle coperte finite a terra, il marito le va addosso, la immobilizza e la finisce dandole una serie di coltellate al petto fino a trafiggerle il cuore. Poi la lascia lì, per terra. Va in bagno, si lava, mette il pigiama in lavatrice per pulirlo dal sangue, e ne indossa uno nuovo. Si mette a dormire, col cadavere della moglie a fianco del letto. Al mattino dopo, fa colazione ed esce col cane. A mezzogiorno torna a casa, prepara il pranzo mangiando cappelletti in brodo e bollito, sempre col cadavere della moglie steso a terra. Poi esce, incontra un anziano vicino al quale confessa di aver ucciso la moglie ma si sente rispondere che non gli interessa, così Cangini chiama il titolare del ristorante dove lavorava la moglie, sul quale nutriva dei sospetti. Al ristoratore dice che "ora non rivedrai più mia moglie, l’ho uccisa. Sarai contento" invitandolo a chiamare i carabinieri. Partita la segnalazione, i carabinieri scoprono l’omicidio e arrestano il responsabile. Che confessa tutto al pm Narbone. Al processo risponderà di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dall’aver ucciso un prossimo congiunto.