Un algoritmo per gestire la diga "Il clima cambia, i dati vanno rivisti"

Gattoni, ex dirigente Difesa del suolo, su Mercatale: "Bisogna perfezionare modelli matematici per prevedere in tempo utile l’apertura o chiusura del meccanismo". "Resta imprescindibile la manutenzione"

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"Manutenzione, manutenzione, manutenzione. Più aree di laminazione naturale possibili lungo l’asta fluviale. Ed un algoritmo efficace, un nuovo modello matematico che regoli la portata del Foglia gestendo al meglio la diga di Mercatale". E’ in sintesi la ricetta da rimedi immediati al dissesto idrogeologico di Stefano Gattoni, assessore alla pianificazione del Comune di Vallefoglia e non solo.

Gattoni, funzionario in Provincia, è stato dirigente del servizio Difesa del suolo fino al 2014, fino a quando cioè la competenza dell’ex genio civile, la riforma Delrio l’ha passata alla Regione. Il Foglia, come il Misa è un fiume a carattere torrentizio, rappresenta un problema per Montecchio? "A fronte di una precipitazione da 400mm di pioggia, persistente, per oltre sette ore lo scenario non è prevedibile. Ma sulla base dello storico, prima del Foglia, il vigilato speciale dovrebbe essere il fosso Taccone".

Minacciati da un fosso?

"I danni fatti dall’esondazione del 1977 i vecchi del paese ancora li ricordano. Il Foglia invece, sulla base dei dati storici, quando esonda è un problema a monte dell’area produttiva tra Montecchio e Montelabbate". Non è un’area secondaria: hanno sede importanti industrie come la Rivacold…

"Quell’area lì, esatto: il Pai prima e il contratto di fiume prevedono la realizzazione di una cassa di espansione".

Quella per cui, secondo Biancani, la Regione non ha soldi a bilancio…

"Non c’è nemmeno il progetto esecutivo. Per questo consiglio investire in manutenzioni e realizzare aree di laminazione naturale e rivedere, nel Pai, dove il fiume esonda".

Come ridurre le ondate di piena?

"Oltre a ricavare più aree di laminazione possibili, per la valle del Foglia è strategica la diga di Mercatale che ragionevolmente può, in situazioni di emergenza, accogliere almeno 4 milioni di metri cubi d’acqua"

Perché serve un nuovo modello matematico per gestirla in caso di piena?

"Perché in generale, come ha evidenziato già Ceriscioli, e prima di lui Carlo Cacciamani dell’Agenzia nazionale per la metereologia, abbiamo bisogno di rivedere i modelli previsionali a monte dei protocolli di allerta e intervento: gli attuali sono costruiti sui dati storici, non più significativi a fronte del cambiamento climatico. Il tema per Mercatale è quando far scattare l’accumulo d’acqua, all’interno della diga. Per ridurre l’ondata non serve a niente, nella maggior parte dei casi, laminare una piena all’inizio, perché porta via dei volumi in un momento in cui a valle non si determinano problemi. Bisogna perfezionare i modelli matematici per gestire al meglio la diga di Mercatale ossia per prevedere in tempo utile la chiusura e apertura delle saracinesche potendo contare su un numero maggiore di sonde di monitoraggio lungo il fiume".

Manutenzioni.

"Imprescindibili: abbiamo 5mila km di corsi d’acqua e anche il più pacifico, con una parata di alberi ad ostruire il deflusso, può fare danni. La manutenzione andrebbe fatta a partire dalla gestione dei terreni di montagna e collina: ad oggi questa è insufficiente. Sono sempre d’accordo con l’ex governatore Ceriscioli riguardo l’urgenza di semplificare la normativa. Per assolvere alle prescrizioni degli enti, a volte non fondamentali, cresce la spesa pubblica e si erode l’investimento per realizzare le opere".

Solidea Vitali Rosati