
Un debole per le ragazzine. Condannato palpeggiatore
Aveva un debole per le adolescenti. Nel gennaio del 2020 tocca nella parti intime una ragazzina di 13 anni, che camminava da sola per strada, in via Picciola. Si ferma, la tocca e scappa. Due anni dopo, nel luglio 2022, aspetta che un’altra tredicenne metta a posto la sua bici nel garage di casa, la attende nell’androne del palazzo, e inizia a palpeggiarla, tentando anche di baciarla.
Lui è un 51enne residente in città, anche se non originario di Pesaro: fisico robusto, occhi azzurri, al tempo dei fatti aveva un piercing nel naso e viaggiava su una moto gialla. Questa la descrizione che dà la seconda ragazzina molestata. Riesce a vederlo in faccia attraverso il casco. Ieri l’uomo è stato condannato a due anni, in abbreviato, davanti al gup Antonella Marrone. Rispondeva di violenza sessuale, con l’aggravante di averla fatta a danno di una minore. La condanna di ieri mattina si riferisce al primo episodio, quello di via Picciola. E’ solo grazie a quello infatti che la polizia è riuscita ad accusarlo anche del secondo, che avviene invece in zona mare. Perchè nel caso di via Picciola, alcune telecamere della via lo avevano sì ripreso, ma in maniera non chiara (si vedeva solo una mano), la polizia aveva fatto indagini, ma alla fine non era riuscita a identificarlo, e il procedimento era stato archiviato.
Ma tutto cambia quando due anni dopo avviene questa seconda violenza, per molti aspetti analoga alla prima, anche se meno fugace. L’uomo segue in sella alla sua moto gialla la ragazzina, che sta rientrando a casa con la bici. Per riuscire a incontrarla percorre anche la via contromano. Attende che lei metta la bici nel garage, la aspetta, e qui la palpeggia. Lei a quel punto urla disperata, la mamma ha la casa al primo piano, la sente, e dà l’allarme. L’uomo fugge.
Ma le telecamere di una casa di quello stesso palazzo sono riuscite a riprenderlo. Meglio della volta precedente: ad esempio mentre parcheggia la moto. Dalle descrizioni della ragazza e dalle immagini, la polizia risale a una persona che poi viene riconosciuta da ambedue le ragazzine molestate, anche tramite delle foto segnaletiche (l’uomo ha dei precedenti). La Squadra Mobile, che ha l’intuizione di collegare i due fatti, riesce anche a ritrovare, durante la perquisizione fatta nella sua casa, gli abiti che l’uomo indossava al momento del primo episodio, e che evidentemente non aveva gettato. Tanto basta per incriminarlo di tutti e due gli episodi. Per il primo, è stato appunto condannato ieri a due anni. Il secondo procedimento è invece ancora in atto: al momento è stata solo sentita la ragazzina, difesa dall’avvocato Cecilia Ascani: in sede di incidente probatorio, la minore ha riferito della violenza subìta sotto casa sua quel giorno di luglio.