"Un film su Rossini? Chissà, forse un giorno Ho un’idea scritta"

Mario Martone fa il bilancio della sua presenza alla Mostra del Cinema. La sua vita creativa è divisa tra grande schermo, teatro e opera lirica

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di Claudio Salvi

"Il film su Rossini? Chissà forse un giorno; per il momento c’è qualche idea scritta di sceneggiatura ma sta ancora nel cassetto assieme – anzi sotto – a tante altre cose". Mario Martone alla Mostra del nuovo cinema nell’incontro con la stampa assieme alla sua compagna e sceneggiatrice Ippolita Di Majo chiarisce subito che un biopic dedicato al Cigno non è nei suoi programmi immediati. E dire che il progetto era già stato annunciato anni fa in occasione del Centocinquantenario della morte del compositore e che anche la direzione della Rai si era sbilanciata in tal senso. Ma il regista napoletano, a cui quest’anno la Mostra del cinema ha dedicato il suo evento speciale, smonta ogni ipotesi circa un’operazione simile a quella realizzatasi con “Il Giovane favoloso“.

"Ma io non mi dimentico di Rossini e anche nel film su Giacomo Leopardi – dice il regista – ho messo tanta della sua musica". Insomma per il momento nulla, anche se il suo rapporto con Pesaro e la musica di Rossini, e in particolare con il Rof, continua. "Con Ernesto Palacio mi sento spesso e sarò sicuramente a Pesaro il prossimo anno con la ripresa di Aureliano in Palmira. D’altra parte a Pesaro ho firmato altri due allestimenti – Matilde di Shabran e Torvaldo e Dorliska – che sono stati a loro volta ripresi". E circa un suo nuovo allestimento al Rossini Opera Festival conferma che è in discussione con Palacio un progetto ma che non sarà a breve. "Ho già troppi impegni con il cinema e non solo". Del resto che sia un momento felice per il regista napoletano, che con i suoi due ultimi film “Nostalgia“ e “Qui rido io“ ha fatto incetta di premi (sette nastri d’argento), e di incassi non è un mistero. E che proprio su un altro set cinematografico tornerà di qui a breve. Esattamente “Con laggiù qualcuno mi ama“ un documentario dedicato all’amatissimo attore e regista napoletano Massimo Troisi, scomparso nel 1994 ad appena 41 anni, che è stato il caposcuola della nuova comicità partenopea, affermatasi tra gli anni 1970 e ’80, prima in teatro e poi al cinema.

"Ho conosciuto Massimo negli ultimi anni della sua vita ed era nata con lui una bella amicizia. Vagheggiavamo sull’idea di fare qualcosa insieme prima o poi. Ora ho la possibilità di fare un film documentario in cui il pubblico possa ritrovare Massimo oggi sul grande schermo; per me è qualcosa di speciale perché posso tornare a dialogare con lui, ascoltarlo e portarlo agli spettatori di ieri e a quelli di oggi. Nel progetto mi aiuterà Anna Pavignano che ha scritto tutti i suoi film. Cominceremo le riprese a breve. Ma già all’orizzonte ho un’opera alla Scala. E in questo suo continuo dividersi tra teatro, cinema e opera, Martone trova sempre il modo di cambiare e di rimanere se stesso. Il suo teatro degli esordi, che già lasciava intravedere il cinema, con anche dentro la musica. "Non ho mai dovuto scegliere per fortuna e non chiedetemi dove mi diverto di più: ovunque".

Ma le pause imposte dal teatro d’opera e da quello di prosa sono anche l’occasione per Ippolita Di Majo per lavorare a nuovi soggetti. E, conferma il regista, "ce ne sono tanti anche se poi – avverte – deve comunque accendersi la scintilla".