ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Un mese ai domiciliari e 18 col braccialetto elettronico: assolto dall’accusa di violenza

Diciotto mesi con il braccialetto elettronico alla caviglia e anche un mese agli arresti domiciliari. Ma il tribunale lo ha...

Il braccialetto elettronico applicato alla caviglia

Il braccialetto elettronico applicato alla caviglia

Diciotto mesi con il braccialetto elettronico alla caviglia e anche un mese agli arresti domiciliari. Ma il tribunale lo ha assolto da ogni accusa per mancanza di prove sui maltrattamenti in famiglia. E’ quanto è stato stabilito ieri dal giudice del tribunale di Pesaro nei confronti di un 53enne originario della Puglia ma residente a Pesaro difeso dall’avvocato Michele Mariella. L’uomo era stato accusato di aver maltrattato la moglie, pedinandola, controllandola e apostrofandola come ‘prostituta’. Secondo l’accusa le avrebbe detto che era una ‘donnaccia’ ed era convinto che avesse avuto rapporti sessuali con un altro uomo. Secondo quanto denunciato dalla donna l’avrebbe tempestata di messaggi per controllarla coinvolgendo anche, in queste minacce, una sua amica e confidente. La donna aveva anche segnalato di aver ricevuto minacce di morte e di essere stata stretta verso un angolo di casa. "Ma tu vuoi che vada via? Hai due possibilità: o vieni a letto con me, fai sesso in modo che io mi vendico oppure mi devi andare a denunciare", è la minaccia riferita dalla donna dopo la presunta ennesima aggressione. E poi avrebbe anche aggiunto "che da questa situazione ‘si uscirà con il morto’".

"Siamo soddisfatti di come è andata – ha commentato l’avvocato Mariella dopo l’assoluzione –, è stato un processo complesso e faticoso. Ma ora la verità è stata stabilita. Spero che entrambi, marito e moglie, possano condurre da qui in avanti una vita serena. Ora attendiamo le motivazioni che arriveranno entro i prossimi 90 giorni".

Nel corso del procedimento era stato segnalato anche un malfunzionamento del braccialetto elettronico che era stato applicato all’uomo. La donna, assistita dall’avvocato Elena Fabbri, era stata trasferita con i figli in una casa rifugio. Poi aveva fatto rientro nella sua abitazione nella periferia di Pesaro. Nel frattempo, appunto, il giudice aveva deciso, come misura cautelare, oltre a imporre il divieto di avvicinamento al marito, anche di applicargli il braccialetto elettronico. Il quale braccialetto prevede che, in caso di una violazione del divieto, parta un segnale che fa suonare un dispositivo che la donna in genere tiene con sé e che appunto, suonando, la avverte della presenza troppo vicina dell’uomo, per evitare incontri pericolosi. Ma questa seconda parte del meccanismo, secondo quanto segnalato dalla donna, diverse volte, non avrebbe funzionato per niente.