Un pesarese al torneo di Montecarlo Luca Nardi: "Il tennis, la mia sfida"

Il talento 19enne nato al circolo Baratoff entra nel tabellone di uno dei tornei più prestigiosi: oggi c’è Vacherot .

Un pesarese al torneo di Montecarlo  Luca Nardi: "Il tennis, la mia sfida"

Un pesarese al torneo di Montecarlo Luca Nardi: "Il tennis, la mia sfida"

di Davide Eusebi

C’è una racchetta pesarese che disegna traiettorie ficcanti, di potenza gentile, sinistre, a volte (molte volte) imprendibili anche per avversari come Oscar Otte, numero 90 del ranking e undicesima testa di serie al prestigioso torneo di Montecarlo che Luca Nardi (161 del ranking mondiale) ha battuto a sorpresa e con autorevolezza. Oggi (ore 13) Nardi sfiderà il monegasco Valentin Vacherot nel primo turno di uno dei tornei più celebri: "Non lo conosco, sarà una partita tosta, lui giocherà in casa e ci sarà parecchio tifo, ma farò del mio meglio", dice Luca.

La sua storia comincia nei campi del tennis club Baratoff, dove l’atleta nato a Pesaro 19 anni fa, il 6 agosto 2003, inizia a praticare questo sport accompagnato da mamma e papà. Ha 8 anni e ad accoglierlo c’è il maestro Francesco Sani, che è attualmente il suo allenatore. Una sodalizio straordinario, che dai campi di periferia arriva fino a quelli internazionali, mescolando ogni giorno divertimento e tecnica, passione e un pizzico di follia per alzare ogni volta lo sguardo su orizzonti nuovi. "Sono molto legato alla mia città e a casa mia e mi piace l’idea che se vinco con me vince anche Pesaro in cui sono nato e vivo. Del resto tutto è iniziato qui, al circolo Baratoff, con il mio allenatore Francesco Sani che resta ancora il mio tecnico di assoluto riferimento. E speriamo che anche stavolta vada bene".

Montecarlo, dunque, un nome che per un tennista può essere un punto di arrivo o di partenza: "Entrare nel tabellone di un torneo così importante – spiega Luca – è una bellissima soddisfazione per me, specie dopo avere disputato partite intense per qualificarmi. Giocare tornei di questo livello è il sogno di tutti ed è il motivo per cui ci alleniamo con tanta intensità. Sono molto contento, pensiamo di essere sulla strada giusta". Nel suo vocabolario non c’è la parola speciale. Dietro a questa qualificazione, chiarisce Nardi "non c’è nulla di straordinario se non l’impegno e l’applicazione che portano risultati. Penso di avere margini di miglioramento dal punto di vista tecnico, fisico e mentale. Sono giovane e fortunatamente posso crescere anche secondo il pensiero di chi mi allena". Questione di testa: "Nel tennis è il fattore più importante, il cervello comanda tutto: se i colpi entrano in campo ma non sei al top della fiducia puoi avere problemi e perdere le partite. Viceversa può andarti anche male qualche colpo ma se sei motivato e hai la giusta mentalità in qualche modo riesci a spuntarla". E testa vuol dire non solo consigli tecnici, ma anche tranquillità. Dietro alla carriera in ascesa di Luca Nardi c’è anche, dice il campione pesarese, "la mia famiglia il cui ruolo è molto importante. I miei mi sostengono sempre quando ci sono problemi. Nella carriera di qualsiasi atleta e in qualsiasi sport, avere vicino persone che ti vogliono bene e che ti ascoltano e ti aiutano è fondamentale". Fermo restando il sogno che aiuta a rimanere in quota con sano realismo e ma senza perdere di vista l’orizzonte con la sua luce provocante: "Fin da piccolo avevo un poster in camera, quello di Djokovic che è sempre stato il mio idolo". Avanti allora con Montecarlo senza illusioni ma a occhi aperti, come piace ai pesaresi di un certo talento che amano spendersi bene cogliendo l’attimo.