
Gabicce, l’appello di Roberto Malini a Ministero, Comune, e Soprintendenza "Per oltre un secolo è stato un un luogo di aggregazione per la comunità".
‘Saluti infiniti’. Ai coniugi Gheduzzi di Trebbo di Reno, in provincia di Bologna, il 5 agosto 1910 fu recapitata una cartolina da Gabicce, scritta da un tal Giuseppe nel corsivo elegante che usava all’epoca. Con la fantasia possiamo divertirci a ricostruire la storia di questo invio: la data estiva in cui la cartolina ha viaggiato, fa pensare a un saluto ai parenti in occasione di una vacanza. Oppure potrebbe essere l’invio di un pensiero affettuoso di un abitante di Gabicce ad amici bolognesi, magari conosciuti perché venuti da queste parti in villeggiatura. Certo è che fra i segni che ci permettono di ricostruire il contesto dell’epoca, dove – di sicuro a Trebbo di Reno come a Gabicce allora, al contrario di oggi, le case dovevano essere poche visto che nell’indirizzo non è indicata la via – spicca il valore rappresentativo delle ex Scuole a Gabicce Monte.
E proprio su questo aspetto si concentra il co-presidente dell’associazione pesarese EveryOne Group, Roberto Malini che nei giorni scorsi ha inviato un appello alla Soprintendenza delle Marche, al comune di Gabicce Mare e al ministero della Cultura chiedendo di fermare l’alienazione della ex scuola elementare ("la Casa rossa"), provvedendo al restauro architettonico e alla valorizzazione culturale dell’edificio. Il Comune infatti vuole vendere l’edificio e ora si è in attesa del parere della Soprintendenza in merito alla verifica di interesse culturale.
"E’ un esempio emblematico di architettura civile tardo rinascimentale – sostiene Malini – costruita forse su pianta medievale. Come si vede nella cartolina la sua struttura muraria appare in mattoni a vista, con un’elegante facciata in laterizio. I portali ad arco ribassato, tipici degli edifici di rappresentanza, regalano all’architettura un’immagine aristocratica. L’edificio – prosegue Malini – ha rappresentato per oltre un secolo non solo un luogo di educazione e aggregazione per la comunità locale, ma anche un riferimento iconografico, come dimostra la cura da parte del fotografo dell’epoca nel rappresentare l’edificio in un contesto animato, con la presenza di cittadini in abiti tipici".
Per questo, l’associazione difende la necessità di mantenere le ex Scuole dentro il patrimonio pubblico. "La scelta di alienare un edificio di così grande valore storico e simbolico è inaccettabile tanto alla gente del posto quanto agli studiosi – sostiene - . La ex Scuola è un bene comune, un luogo di memoria collettiva che deve essere tutelato per le generazioni future. L’edificio va preservato e valorizzato come centro museale e culturale, per restituire al borgo la sua identità storica e promuovere la cultura locale".