"Una sindrome invalidante che non ha ancora una cura e di cui soffrono 30mila marchigiani"

"Una sindrome invalidante che non ha ancora una cura e di cui soffrono 30mila marchigiani"

"Una sindrome invalidante che non ha ancora una cura e di cui soffrono 30mila marchigiani"

Sarà un’interrogazione regionale a dare le prime risposte, tra una quindicina di giorni, alle 30mila persone che nelle Marche soffrono di fibromialgia e che attualmente non hanno alcun tipo di aiuto economico riferito alle spese mediche elevate che comporta la patologia.

"Il 30 aprile 2018 – spiega la consigliera regionale Micaela Vitri, diventata portavoce delle difficoltà che vivono i pazienti affetti dalla sindrome – è stato presentato il disegno di legge 299, ancora in discussione al Sentato, che chiede disposizioni in favore delle persone affette da fibromialgia. Alle Regione, intanto, sono stati destinati 130mila euro, dei 5 milioni messi a disposizione dal Ministero della salute, al fine di sensibilizzare le strutture sanitarie sull’organizzazione di percorsi terapeutici e riabilitativi di cura e diagnosi per le persone affette dalla patologia, ma ad oggi pare essere tutto fermo. L’assessore Saltamartini dovrà risponderci a tre quesiti importanti: quali interventi di prevenzione la Regione Marche intende attuare; se prevedono un’indennità regionale (come avviene in Sardegna con un contributo pari a 800 euro l’anno a paziente); se intendono attivarsi presso il Ministero della Salute per l’inserimento della fibromialgia nei Lea (Livelli essenziali di assistenza)".

In attesa della discussione dell’interrogazione si è svolta ieri, con grande partecipazione, una mattinata di divulgazione – con la partecipazione del Comitato Fibromialgici Uniti e Auser – in occasione della Giornata mondiale della Fibromialgia alla presenza di medici e psicologi. "La Regione Marche ha fatto dei passi in avanti rispetto al passato, ma nella concretezza molte persone oggi non si sentono prese in carico dalla sanità pubblica – afferma il medico Michele Gardarelli –. Parliamo di una problematica anche infiammatoria, di basso grado, che è a tutti gli effetti invalidante".

"Una malattia – conclude Roberta Baldi, organizzatrice dell’iniziativa e affetta da fibromialgia – per la quale ci sentiamo messe ai margini".

A livello regionale c’è una legge (la n.38 del 18 settembre 2017) in favore di soggetti affetti dalla sindrome e un Comitato tecnico scientifico che, a causa della pandemia, pare abbia interrotto il suo operato.