Una società non resta liquida per sempre

Il sociologo Baumann definisce le comunità nazionali di questo millennio “società liquida” a confronto di quelle precedenti in cui essa era ben strutturata al suo interno grazie ai partiti di massa, ai sindacati, al desiderio di contare. La “società liquida” italiana è connotata da due evidenti fenomeni. La continua riduzione del numero dei votanti implica la progressiva sfiducia nei partiti attuali e nei loro leaders, cioè nella politica, senza più speranza di cambiamenti. Fino a 35 anni fa se un partito aumentava di un 1-1,5% parlava di “grande successo elettorale”. Negli ultimi 8 anni abbiamo assistito allo spostamento in brevissimo tempo del 20-25% di elettori da un partito all’altro: PD, 5 Stelle, Lega e ora su FdI. Insomma il voto, appoggiato ad un partito, può trasmigrare con estrema facilità. La Meloni questo lo sa. La “società liquida” nasce per le seguenti concause. Con l’implosione dell’URSS (1991) vince il modello economico capitalistico. Il PCI per accedere al governo rinnega l’eurocomunismo e con i continui cambi di sigla (PDS-DS-PD) abbandona via via tutti i capisaldi di sinistra. Con gli accordi di Maastricht del 1992 nasce l’U.E. all’insegna del “meno Stato, più mercato” ovvero “meno pubblico, più privato”. Solo R.C. vota contro. Da qui la progressiva svendita dei beni pubblici, la riduzione di ospedali e posti letto ecc. fino a regalare ai privati i profitti della gestione delle autostrade. I processi di “Tangentopoli” abbattono i partiti storici italiani e quelli nuovi sostengono tutti l’indirizzo neo-liberista. Clinton riunifica le due banche, quella commerciale e quella degli investimenti. Arrivano i “prodotti finanziari”, compresi quelli “tossici”, e il fallimento della Lehmans &brothers. Lo Stato, una volta forte perché controllava l’economia e la finanza, oggi è sotto ricatto delle multinazionali e della finanza speculativa che ha prodotto disuguaglianze vergognose fra i primi della classe e gli ultimi, sempre più precari e sfruttati. L’aumentata sudditanza verso la Nato e gli Usa e il ruolo auto-riduttivo dei sindacati confederali hanno contribuito a generare sfiducia. Bauman afferma che una società non può restare liquida per sempre e tende lentamente a ristrutturarsi. Io vedo una prima forma di consolidamento nei 5 Stelle di Conte nonché a sinistra intorno a Unione Popolare e a De Magistris. Bene l’impegno delle nuove generazioni per l’ambiente, i movimenti di lotta contro le speculazioni sulle bollette e la ripartenza del movimento della pace.

Renzo Savelli