Un’opera di Vangi in piazzale Matteotti: si fa o no?

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Egregio lettore, non credo che la cosa sia caduta nel dimenticatoio, semmai nel pozzo delle procedure protocollari, che come sabbie mobili non sono male. Dovrebbe trattarsi di una grossa stele da collocare in un punto ancora non definito di piazzale Matteotti, centro nevralgico. E’ roba "pesante" anche nel senso vero della parola per cui occorre essere ben certi che il terreno regga quella specie di "obelisco" donato alla città. La bella operazione portata a termine proprio di questi tempi, cioè la ripulitura della facciata di palazzo Baldassini, su quel piazzale affacciato, fa pensare a come il libro della storia giri pagina ma anche come, a volte gli capiti di tornare a raccontare vicende simili sotto abiti diversi in vista dei tempi cambiati. Su quello stesso piazzale – che certo allora non era dedicato a Giacomo Matteotti – negli anni Trenta del 1900 venne eretta un’altra stele, dedicata ai martiri e ai caduti fascisti, inaugurata con grande partecipazione di popolo e di autorità al centro dello spazio. Una specie di grande rotatoria "ante litteram" senza il fastidio del gran traffico di oggi. Il monumento fu abbattuto a seconda guerra mondiale finita. Da quelle parti ora c’è un’anonima fontana, un ‘opera di Vangi riqualificherebbe l’ambiente con nuova dignità.