Lui è vaccinato ma la moglie è positiva: "Quando potrò uscire?"

La storia di un 74enne immunizzato ma costretto in casa

Lui è vaccinato e la moglie è positiva: cosa fare

Lui è vaccinato e la moglie è positiva: cosa fare

Pesaro, 24 marzo 2021 - Vaccinato, con tanto di richiamo, da giorni vive nel limbo, senza sapere se può uscire di casa almeno per fare la spesa. Un interrogativo a cui neppure il medico di base è stato in grado di rispondere. Lui è Guidino Toti, 74 anni, originario di Lucca ma a Pesaro da 40 anni, ex dipendente della Biesse, volontario della protezione civile. E attraverso il giornale, spera che qualcuno metta fine ai suoi "arresti domiciliari".

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"Mi è stato somministrato il vaccino Pfizer – racconta Toti – Il 7 marzo ricevo la seconda dose. Due giorni dopo mia moglie scopre di essere positiva. Aveva deciso con alcune sue amiche di sottoporsi privatamente al tampone molecolare, tramite un laboratorio autorizzato, e l’esito non lascia spazio a dubbi: ha il Covid". Si attiva così la procedura. L’Asur, informato dal laboratorio, comunica alla moglie di Toti di mettersi in quarantena. Scattano così i 10 giorni di confinamento in casa. "Ma non solo per mia moglie – continua – anche io, secondo la norma, devo fare il periodo di quarantena. Anche se sono vaccinato. E questo perché, come riferiscono gli esperti, anche chi è vaccinato può contagiarsi lo stesso, magari in modo asintomatico, e quindi trasmettere il virus ad altri". Il dilemma però sorge quando finisce la quarantena.

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"Trascorsi i dieci giorni, vado dal mio medico di base a fare un tampone antigenico. Risulta che sono negativo. Chiedo al dottore se posso uscire, ma lui mi risponde che non sa darmi una risposta. Mia moglie, terminata la quarantena, si presume che sia negativizzata. Una presunzione che dovrebbe valere anche per me. Ma nessuno mi sa dare una risposta con certezza". Sabato scorso, il suo dottore ha intanto inoltrato la richiesta di tampone molecolare all’Asur, ma ancora nessuno lo ha chiamato per comunicargli la data dell’esame.

"E intanto passano i giorni – dice sconsolato Toti – e non esco di casa neppure per fare la spesa. Si dovrebbero accelerare i tempi in casi come questi per evitare "prigionie" che creano disagi a persone e famiglie. Si creano anche situazioni al limite dell’assurdo. È il caso di un mio collega che risultato positivo, dopo 20 giorni, l’Asur gli ha detto che poteva considerarsi negativizzato. A me invece neppure il mio medico ha saputo darmi una risposta su quello che posso o non posso fare. Vorrei tornare a uscire in sicurezza e nel rispetto dei protocolli. Sapendo non solo di stare bene io, ma anche di non essere un pericolo per le altre persone".

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