"Vaccini a Muraglia, così non va" E da agosto un solo medico

Cento dosi ogni giorno e sono in crescita, gli anziani: "Spazi angusti, si sta accampati". Il professor Picardi: "Con il decreto di maggio i dottori in pensione non assisteranno più"

Le richieste si vaccinazioni aumentano ogni giorno, i medici calano. Con il decreto che sancisce la fine dell’emergenza Covid, dall’1 di agosto il centro vaccinazioni di Muraglia avrà un solo medico in servizio e non potrà più contare sull’apporto di medici in pensione come il professor Francesco Picardi, ex primario del reparto trasfusionale Marche nord, che lascia con un monito: "C’è troppo Covid fai da te, troppe persone che sono positive e che nonostante questo stanno a contatto con gli altri e questo spiega la ripresa dilagante dei contagi, con conseguente richiesta di vaccinazioni. All’ospedale di Muraglia, nel centro laboratorio analisi, fino a poche settimane va viaggiavamo al ritmo di cinque o sei vaccinazioni al giorno, oggi siamo schizzati a cento e la quota è destinata a salire: tante quarte dosi e anche terze di persone più giovani che vogliono andare negli Usa o in Brasile o in quei Paesi dove non interessa la guarigione ma dove si entra con il Supergreen pass". La maggior parte di coloro che chiedono di vaccinarsi sono anziani, fanno la fila in un giardino al sole, l’organizzazione è ben distante da quella vista nei locali dell’ex scuola infermieri. Ora sono troppo angusti e la lamentela è comune. "Guardi qui, ho accompagnato mia mamma e non trovo nemmeno un posto a sedere, con questo caldo, ma si può?", dice Luana B., figlia di una ultraottantenne che si è presentata per la quarta dose. Le fa eco una coppia di anziani: "Prima funzionava tutto meglio, abbiamo fatto la terza dose nei locali della scuola infermieri ed era ben organizzato, ora siamo un po’ ammucchiati e accampati. Pazienza, l’importante è vaccinarsi, perchè i giovani non hanno paura di questo Covid, ma noi che abbiamo qualche anno e qualche patologia sì".

Il filo conduttore con la precedente campagna sono i volontari come Paolo Muratori, presidente di assodiabetici provinciale e regionale, che in due anni di pandemia ha dedicato ogni giorno tutte le ore libere che aveva per gli altri e che accoglie non solo chi ha questa malattia, ma anche gli altri, compreso chi si presenta senza prenotazione: "Cerchiamo di favorire tutti con l’aiuto di persone preziose come il professor Picardi, che è stato straordinario. La gente, specie gli anziani, non sempre riesce a prenotare on line e arriva anche senza foglio compilato. Contiamo anche sulla disponibilità della direzione sanitaria, che si è sempre dimostrata sensibile, per avere anche spazi più adeguati. La gente si lamenta un po’ per il gran caldo e l’affollamento e considerata l’emergenza crescente non sarebbe male pensare di attrezzarsi meglio, specie per l’autunno quando avremo nuove varianti secondo gli esperti". Tra un paziente e l’altro Muratori (foto con il professor Picardi) trova anche il tempo per consegnare a domicilio il kit cura per i diabetici, anche profughi dall’Ucraina: "Emergenza nell’emergenza – dice – perchè Il Covid sovrapposto al diabete è una bella bega. Stiamo lavorando per creare a Pesaro una cittadella per la cura del diabete, sarebbe un fiore all’occhiello per la città e per la Regione e anche in questo caso contiamo sull’apporto delle autorità. Diabete e Covid sono due complicanze che possono rivelarsi letali e parliamo di diecimila persone a rischio solo nella nostra provincia"

Davide Eusebi