Vaccino Covid domiciliare: ecco come funziona

Il nostro cronista assieme a uno dei camici che è andato a vaccinare un 94enne a Loreto: con una fiala di Moderna

Danilo De Santi mentre prepara il vaccino

Danilo De Santi mentre prepara il vaccino

Pesaro, 28 marzo 2021 - "Sì, chi è? Sono il dottor Danilo De Santi". Il medico di famiglia arriva in via Arcangeli, zona Loreto. In una mano ha la borsa termica con dentro i vaccini. Suona il campanello, fa un piano di scale ed entra nella casa, dritto in salotto a salutare il suo paziente, Antonio Mancini, 94 anni compiuti esattamente una settimana fa. Antonio è uno dei tanti over 80 non deambulanti, uno dei primi vaccinati in città a domicilio da un medico di famiglia. Cammina poco, è cardiopatico e ha avuto due ischemie.

Il dottor De Santi lo saluta con affetto e gli dice che è ora di fare il vaccino. Già alle 8:30 del mattino De Santi era allo studio medico Pegaso con i suoi colleghi. Apriva una fiala di Moderna e otteneva 11 dosi che poi, insieme all’aiuto dei dottori Bracci e Masetti, andavano a somministrare a domicilio. Casa per casa, famiglia per famiglia. Tutto velocemente per non sprecare nulla, con cura e organizzazione di ogni particolare.

"Ci sono tre fasi: la preparazione delle dosi, il vaccino al paziente e l’inserimento dei dati", spiega De Santi mentre prepara le siringhe. Qualche minuto dopo, tempo di andare con l’auto a casa del paziente, l’ago entra nel braccio sinistro di Antonio Mancini. Un piccolo grido al momento della puntura e poi dice: "Troppe ne ho passate".

Una mano mutilata lavorando da giovane come genio civile, il matrimonio nel 1954 con la moglie Salvatorina Bartolucci, "scriva però Silvina perché tutti mi conoscono così", dice la signora. Anche lei mercoledì 31 marzo si vaccinerà con l’Astrazeneca. Nato a Urbino, infanzia a Schieti, fratello di Italo Mancini, filosofo e teologo il cui monumento sorge ancora nella frazione ducale. Quattro nipoti e cinque pronipoti. "T’ha avut da fe", dice Antonio ridendo alla moglie.

E poi la passione per i romanzi gialli, "ne leggeva un paio a settimana e andava sempre a scambiare i libri in via San Francesco", racconta orgoglioso il figlio Michele. La moglie esce un attimo dalla stanza e torna con una coperta con il simbolo della Juventus. "È un gran tifoso" , prosegue il figlio. Antonio sente e sorride. Qualche goccia, o lacrima, gli scende dagli occhi. Se non fosse stato per il medico di famiglia il vaccino forse non l’avrebbe mai fatto.

"Non si poteva portare in un altro luogo, ha il deambulatore e fa difficoltà a camminare", dice Michele. "Non tutti i dottori vanno così facilmente a casa – racconta la moglie Silvina – De Santi è sempre venuto a trovarci e a starci vicino". Tra 28 giorni farà il richiamo. I medici di famiglia così iniziano a dire la loro nelle vaccinazioni.